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10 Pansoja; I I Pettiti; 12 Gariel; 13 li molini; 14 la madonna

e suoi caseggiati; 15 Berard; 16 Rasin; 17 la parochia (sic) di

Superga e suoi caseggiati; 18 la Marchesa; 19 Gautié; 20

Morello; 21 Melina; 22 Dota; 23 Ranot; 24 Perucca; 25 Bot;

26 chinet; 27 Negro; 28 Caretto. Si osservano alcune corre-

zioni e la mancanza del numero 8 cfr. G. CHEVALLEY,

Due

antiche vedute della nostra collina,

in «Bollettino Studi Ar-

cheologici Artistici del Piemonte», S. A. T. E.T., Torino,

fasc. II, 1942, pp. 119-125. Interessante la nota dell'autore

quando attribuisce il disegno a Simone Formento. Tale attri-

buzione viste le fonti pare non precisa in quanto il documento

citato del 1676 si riferisce alla formazione di un disegno della

Montagna di Torino da Moncalieri a Sassi, « in fuga di 4 mi-

glia» (cfr. fig. el).

(2) Per i vincoli cfr. SBAAP,

Archivio Vincoli

(TO, 1,

2); in particolare quello ambientale vedi G.U., n. 279 del

2-12-1952 p. 4399, e SBAAP,

Idem

(TO, 1, 2). Risultano

elencati come limiti tutta la zona collinare compresa tra i

confini del Comune fatta eccezione per corso Fiume, piazza e

via Crimea, corso Giovanni Lanza, piazza Marsala e, corso

Moncalieri. Sono inclusi:

a)

Est, Nord e Sud a partire dalla

sponda destra del Po i confini territoriali coi comuni di San

Mauro, Baldissero, Pino, Pecetto Torinese, Revigliasco di

Moncalieri, Moncalieri sino al corso Moncalieri;

b)

l'asse di

tale arteria sino al piazzale della Gran Madre di Dio, quindi il

tracciato delle seguenti strade: via Giovannetti, via Mancini,

via Lanfranchi, via Palladio, via Villa della Regina, via Co-

lombini, via Rosa Govone, corso Quintino Sella sino a via

Lauro, quindi via Lomellina, via Boccaccio sino all'imbocco

dello stradale per Chieri, poi la via San Sebastiano Po, e la

sponda del Po sino al confine con San Mauro.

(3) Per « inversi » si intendono i versanti a Nord delle

valli con forti pendenze storicamente a boschi.

(4) Per la normativa delle aree superiori ai quattrocento

metri cfr. Variante 13/1972 del Piano Regolatore Generale 6

Ottobre 1959. Il testo prevede per le zone superiori a tale

quota solamente costruzioni di servizio all'agricoltura o de-

stinazioni a verde pubblico.

(5) II volo aereo del 1936 documenta per i versanti so-

livi delle valli ancora una permanenza della coltivazione a vi-

gneti.

(6) P. BETTA,

Problemi storico-urbanistici della Città di

Torino,

in «Torino», VIII, Giugno 1930, pp. 467 e sgg.

(7) Cfr. in questo volume il saggio di Micaela Viglino

(a pagina 712). Per il « Regolamento approvato con regio decreto

28 settembre 1919, n. 2017, per l'esecuzione del piano rego-

latore edilizio, e di ampliamento della zona collinare della

Città di Torino, vigente per decreto Luogotenenziale 10

maggio 1918, n. 385 ». Cfr. ASCT,

Raccolta dei regolamenti

municipati,

1908-1929, n. 406, pp. 28 e sgg. Il regolamento

definisce le strade a mezza costa fe strade di culmine e gli

allineamenti delle piazze dei giardini pubblici e dei belvede-

re. Inoltre stabilisce nelle norme tecniche che i fabbricati di

nuova costruzione non dovranno avere altezza eccedente i 19

metri al colmo del tetto, o 15 alla gronda intendendosi l'al-

tezza misurata dal pavimento del piano terreno più basso; non

potranno avere più di tre piani, l'ampliamento permesso del

preesistente non potrà superare un sesto della superficie totale

del fabbricato; le fronti dovranno avere una lunghezza non

superiore ai 30 m; l'area coperta non dovrà essere superiore

ad un sesto dell'area totale; la distanza di 12 m (cosicché non

potranno essere erette costruzioni a distanza inferiore a 6 m

dal confine delle singole proprietà). Infine tra le altre norme

si prefigura il tipo di recinzioni che potranno raggiungere l'al-

tezza massima di metri 1,50.

(8) Il Regolamento del 1922 suddivide ulteriormente la

zona oltre Po definendo con « a » le aree ad una quota supe-

riore a m 235, «b» quelle entro cinta daziaria ed infine «c»

le sponde del Po, per le aree collinari si fa riferimento al

regolamento del 1919.

(9) Il 15 gennaio 1901 norme relative all'igiene stabili-

vano il numero dei piani in relazione alla larghezza delle vie,

contemporaneamente fu inserita una limitazione generica ri-

guardante l'altezza degli edifici che non doveva essere supe-

riore ad una volta e mezzo la larghezza della via con massi-

mo 22 m. Il 1° dicembre 1913 fu portato in Consiglio Comu-

nale il piano di Andrea Quaglia e Luigi Marescotti, si suddi-

videva la collina in due zone, quella pianeggiante e quella

collinare propriamente detta. Per la zona collinare era previ-

sta la formazione di giardini e di belvedere. Per le strade di

val San Martino e di val Salice nel Consiglio comunale era

stabilita una larghezza di m 8, prescrivendo che oltre la cinta

daziaria per un tratto di m 350 non si sarebbero potuti co-

struire edifici ad una distanza minore di m 5 dal nuovo ci-

glio, cfr. G. BOFFA, 1975, pp. 37 e sgg.

(io)

P.

BETTA, A. MELIS DE VILLA,

Torino qual è e

quate sarà,

ed. Casanova, Torino 1927, p. 36. «Torino ha

uno dei più belli e spaziosi parchi naturali la cui bellezza è

infinita. La nostra collina, amena, ombrosa, varia, che vede

le Alpi e il piano solcato dal Po, che guarda a Superga, al

Castello di Rivoli e a quello di Moncalieri; LI». Nello scrit-

to viene qualificata come zona verde della città.

(11) Risultano vincolate sulla Collina, La Villa della

Regina (1910), Il « Capriglio » (1926/1960), Villa Abegg

(1918/1928/1946/1983), Cappella in Strada S. Margherita

(1928), Villa Paradiso (1929/1946), la cappella di Villa

Carmagnola (Koelliker 1929-1946), Villa Rey (1932), Villa

Nobili, cappella portale e parco (1929/1961), La prebenda

Adami (1918, 1927-46, 1982), Le Vedove e Nubili (1979),

Villa Giusti (1982), Villa Becker (1981), Villa Sambuy

(1982) in corso di vincolo la Villa Musy, Villa S. Maria,

Villa Geisser, Villa Tacconi, le Ville d'Ormea e il Berlia.

Con la legge 1497 del 1939 sono vincolati il parco di villa

Sassi (ex Robilant), villa ed il parco Olmi (nella zona sotto-

stante villa Canone) il parco di villa Camerana, villa Gozzi,

la strada che conduce al Monte dei Cappuccini, cfr. SBAAP,

Archivio Vincoli,

Torino (TO, 1, 4, 5, 6, 7, 8).

(12) Sulla collina sono state schedate 400 ville circa.

(13) A. MARTINA,

La società torinese net basso medio-

evo fra evoluzioni politiche e trasformazioni sociali,

in

Torino

nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti,

Catalogo della

Mostra, Musei Civici di Torino, 1982, p. 3 e sgg., in partico-

lare la collina a p. 16.

(14) Cfr. AST,

Archivio privato d'Harcourl, «Vigne

di

Torino», (1483-1723). La vigna

è

ricordata sulli «Monti di

Torino». Nella visione del Piemonte illustrato nella Galleria

delle Carte Geografiche del Vaticano ritroviamo segnate

S. Boti e Sinon come luoghi fortificati adiacenti a Moncalieri

e affacciati alla città, cfr. Girolamo Danti su modelli carto-

grafici di Egnazio Danti,

TAURINI,

Dipinto su muro, Città

del Vaticano lato occidentale del cortile del Belvedere. VAL

DE SASSE, VAL DE SUPERGO, VALLE DE MONGRA-

NO, VAL DE RIAY, VAL PLAN, VAL DE SALES. Cfr.

CARTE l DE LA MONTAGNE / DE TURIN [...],

[1694-

1703]. Alcuni documenti del XIV secolo parlano della vendi-

ta di terreni <. sulli fini di Torino » oltre il Po nel luogo « detto

S. Martini» coltivato a vigna e a bosco e nel luogo di valle

« Frigida » condotti ad ,. alteno » . Cfr. AST, Corte,

Paesi per

A e B,

n. 5, n. 56, 24 9bre 1354, e

Idem,

n. 62, 21 gennaio

1405.

(1s) La documentazione relativa a Cavoretto cfr. G.

CASALIS, 1837, ad vocem .Cavoretto .., pp. 311 e sgg.;

AST,

Art. 531 ,

M. C/2 « Consegna di tutte le bocche huma-

ne, Bestie, Baume ed altra fatta delli

Pass.ti

Cappi di Casa

del Luogo di Cauretto», in particolare in questo luogo non

[...] si è fatta mai alcune fiera / o mercato / [...] ne (esisto-

no) locande, [...]» viene segnalato che non si vendono Sala-

mi, Salsicce, né «Casuy o sia formaggi». Si precisa inoltre

che in Autunno in occasione della Vendemmia portano dalla

città il sale. Nel 1689 « Settantatre cappi di casa [...] » mag-

giori di cinque (anni) n. 269, minori 37 e lattanti n. 19. Le

bestie « buine » 48.

(16) Nel Medioevo

Curtis in Malavasio,

in Malavasio

superiore e inferiore. Il nome divenne poi

«Binavascio ..

e un

documento del 17 aprile 1434 (prot. n. 34, f. 110), parla dei

Beni di S. Maria di Benavascio unita alla cappella di SS.

Stefano e Caterina nella Cattedrale, cfr. GIUSEPPE AGOSTINO

TORELLI,

Indice dei Protocolli,

vol. 1, p. 160.

A. VIRIGLIO, 1903, per la chiesa di S. Marco e Leonardo

una lunga nota a pp. 22-23. La chiesa antica patronato dei

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