

106
l MARMI SCRITTI DI TORINO E SIJBURBIO
Austria: 'professò medicina nell'università nostra, e pubblicò
un libro sulle febbri intermittenti. L'epitaffio era questo:
Antonio Lobeto civi tavrinensi
Serenissimorvm earoli Emanvelis Sabavdiae Dvcis
e~
Catherinae Avstriacae Hispaniarvm lnfantis
Conivgvm archiatro
Medicinae professori consvmatissimo
Anno aetatis climaterico vita fvncto
Parenti optimo
Clavdivs Lobettvs filivs Mavritiaui sodalitii
Eqves ac commendator
Serenissimi dvcis admissionaIis
D. S. PP. C. anno MDCII.
Questo suo figlio Claudio, cavaliere e commendatore
Mauriziano ottenne poi nel
1621
l'infeudazione di S. Biagio.
Ma non era questo il !'\olo suo figlio. poichè il testa–
mento di lui degli otto novembre
1600
ci apprende che oltre
al Claudio, ebbe Gian Francesco, Marcantonio e Carlo Mau–
rizio, nè mancogli ancora un figlio naturale, di nome Gian
Gerolamo
(I) .
Succede all'epitaffio del Lobetto per ordine cronologico
quello di un benemerito magistrato e storico piemontese,
sebbene ancor quest'epigrafe sia scomparsa. Essa accenna a
Ludovico , figlio del senatore Agostino della Chiesa e di
Anna d'Aubry di Arras nell'Artois, nato a Saluzzo nel
1568
e morto a Torino
il
24
dicembre del
1621.
Cominciò la carriera coll'esercizio della carica di podestà
di Saluzzo; più tardi ottenne la dignità di senatore. Fece
acquisto di Cervignasco ed Isasca; e fu lo stipite dei conti
di questo nome.
Pubblicò la storia del Piemonte; un compendio della
storia di Saluzzo; le vite di quei marchesi, un trattato sul-
( I)
Archivi della Corte d'appello di Torino.