

S. DOMENICO
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napolitano, Giovanni Caracciolo principe di Melfi . Egli ap–
parteneva ad una delle più celebri famiglie napolitane che
già fioriva secondo
il
di Costanzo nel secolo nono. Tenne
ben 361 feudi, 141 marchesati, 34 contee, ecc. ebbe sette vi–
cari, sei gran cancellieri del regno, ecc.
II principe qui sepolto era duca di Venosa, Ascoli e Sora,
gran sinescalco del reame di Napoli e maresciallo di Fran–
cia. Seguita la parte di Carlo VIII di Francia e di Luigi XII,
si diede in appresso a Carlo V , ma imprigionato poi dal
Lautrec, e vista lesineria negli Imperiali a trattar
il
suo ri–
scatto, seguì di nuovo Francia sotto Francesco
I.
Non è no–
stro còmpito di segnalare qui le sue geste; basterà avvertire
che nel 1544 ottenne il bastone di maresciallo di Francia,
e nell'anno seguente fu scelto luogotenente generale regio
nel Piemonte occupato dai Francesi, ove rimase sino al 1550.
Essendo a Susa, ci apprende
il
Boyvin che cadde
en une
maladie fort dangereuse pour un homme si vieil et si cadue
qu'il estait
(1).
ed allora la Corte. e specialmente la duchessa
di Valentinois, favorita di Enrico II, si diede premura d'in–
durlo a congedarsi dal servizio, ch'essa voleva affidare al
Brissac, come riuscì. Ma
il
principe di Melfi era agli ultimi
de' suei giorni, e nell'agosto morivasi .a Susa, avendo al
capezzale lo stesso Brissac, avido di surrogarlo. Le sue spo–
glie furono trasportate a Torino; e sepolto in S. Domenico
gli fu innalzata quest'epigrafe:
Joanni Caracciolo Melpharvm Principi et Dvci AscvliIl Hic
svper coetera pacis et militiae decora qvae tam claritate natalivm t3m
D. Fran Il cisci et Henrici christianiss Franciae Regvm perpetva gratia
virtvtvmqve merito Il eidem amplissime obvenerant dvx eqvitvm eqves
marescallvs Franciae fide integer Illvstitia prvdentia ac religione an–
tiqva et recentivm cessit nemini Constantia hv Il manos casvs ad pe–
rennem gloriam edocta posterita Il tem tam intrepidevicit dvm in Tav
/I
rinis atqve adeo in Italiam rervm svmmae invictvs praeerat continvo
(. ) Memoires du sieur. François de Boyvin. etc. p. '7,