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l MARMI SCRITTI DI TOR INO E SUBURBIO
affermava essere bella l'icona della cappella di S. Giovapni
Battista e quella di Sant'Anna
satt"s prae vetustate nubt"losa.
Annesso a ponente alla Chiesa eravi
il
convento, da levante
il
cimitero, che si protendeva nel sotto suolo dell'odierna
via Milano.
N ~l
primo aveva sede
il
tribunale del S . Ufficio, che,
grazie al te'l1peramento dei piemontesi ed alla vigilanza
dei conti e duchi di Savoia , non s'inquinò punto dei fatti
deplorevoli che ne resero altrove paurosa ed odiata la me–
moria. Ben più grato torna peraltro il ricordare che a San
Domenico si tenevano ordinari amente le adunanze del col–
legio teologico dello studio generale di Torino; come altresì
pubbliche congreghe vi tenne il collegio medico dell'Uni–
versità, il quale aveva suo patrono S. Tomaso d'Aquino.
Per ragion di spazio ometto di accennare ai molti uo–
mini illustri che fiorirono in ogni età in questo convento;
bastando citare il beato Pietro Cambiano di Ruffia,
il
beato
Aimone T apparelli confessore di Amedeo IX,
il
padre An–
tonio Gh islandi da Giaveno, inquisitore di Torino nel 1485
e professore di teologia, autore del noto
opus aureum,
che
si ebbe parecchie volte l'onore della ristampa.
La chiesa e
il
convento conservano dipinti di Barnaba
de Mutina ,
dell' illustre Macrino d'Alba, del Guarini da
Cento, di Felice Cerretti, del Molineri, di Tarquinio Grassi
to rinese, del Cavaliere Dauphin, di Sebastiano Galeotto,
fiorentino , di Antonio Milocco, di Luigi Brandin, celebrato
dal cavaliere Marino ne' suoi versi, ecc.
Veniamo ora all'argomento principale, che
è·
quello di
far conoscere le epigrafi esistenti, e che già eranvi in questa
antica nostra chiesa. Ma siccome nelle varie ristorazioni e
peripezie a cui questa fu soggetta, le iscrizioni furono ma–
nomesse, parecchie disperse e quasi spostate, così accenne–
remo alle medesime, attenendoci alla cronologia.