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164

I MARMI SCRITTI DI TORINO

E

SUBURIHO

arciprete e vicario generale del vescovo Gio. Francesco della

Rovere, abate di Cavour e di Caramagna; ed

è

questo:

GvIielmo Bardino Arch. b.

pro

Et Can. Tavrinen. Cabvrri PP. COm

Doctiss. theologo splendidiss.

Legatione ad Parisiorvm S.

Ivaqve VII P. M. oHm {vncto Gr.

Gavricvs nepos ex so : moeren. P.

Natvs MCCCCXLIV Ca!. mai 'Obiit MDXVIII Ca!. II maias.

La raccolta epigrafica dell'Archivio di Stato ci dà al secondo

pilastro opposto quello del pulpito l'epitafio di Antonio Adi·

mari; cittadino fiorentino, morto (caso raro) a Torino.

Antonivs Adimarvs civis

Florentinvs vir

Singvlaris prvdentiae

H.

M. conditvs est

MDXXVlII V Kalendas ianvarias.

La 3tessa or citata collezione riferisce la seguente epigrafe

presso l'ingresso della porta laterale, posta ad onore del

padre e del figlio dei Percari, giureconsulti di merito ai

loro giorni.

P et'rino P e re

a-t

i o

jvrisconsvlta

Clarissimo integritate

Innocentia et mvltiplici

Doctrina gravis

Itcm et Georgio

Filia ibidem

]vrisconsvIta

Artis oratoriae

Stvdiosissimo

Pasitvm est

Pridie KL martias

MDLVI.

L'epigrafe che segue è quella di un ragguardevole cultore

della scienza medica venuto su col merito, cioè Giovanni

Argentero da Castelnuovo d'Asti, fratello di B.utolomeo me·

dico a Lione poi della marchesa di Monferrato e di Giacomo