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I MARMI SCRITTI DI TORINO
E
SUBURIHO
arciprete e vicario generale del vescovo Gio. Francesco della
Rovere, abate di Cavour e di Caramagna; ed
è
questo:
GvIielmo Bardino Arch. b.
pro
Et Can. Tavrinen. Cabvrri PP. COm
Doctiss. theologo splendidiss.
Legatione ad Parisiorvm S.
Ivaqve VII P. M. oHm {vncto Gr.
Gavricvs nepos ex so : moeren. P.
Natvs MCCCCXLIV Ca!. mai 'Obiit MDXVIII Ca!. II maias.
La raccolta epigrafica dell'Archivio di Stato ci dà al secondo
pilastro opposto quello del pulpito l'epitafio di Antonio Adi·
mari; cittadino fiorentino, morto (caso raro) a Torino.
Antonivs Adimarvs civis
Florentinvs vir
Singvlaris prvdentiae
H.
M. conditvs est
MDXXVlII V Kalendas ianvarias.
La 3tessa or citata collezione riferisce la seguente epigrafe
presso l'ingresso della porta laterale, posta ad onore del
padre e del figlio dei Percari, giureconsulti di merito ai
loro giorni.
P et'rino P e re
a-t
i o
jvrisconsvlta
Clarissimo integritate
Innocentia et mvltiplici
Doctrina gravis
Itcm et Georgio
Filia ibidem
]vrisconsvIta
Artis oratoriae
Stvdiosissimo
Pasitvm est
Pridie KL martias
MDLVI.
L'epigrafe che segue è quella di un ragguardevole cultore
della scienza medica venuto su col merito, cioè Giovanni
Argentero da Castelnuovo d'Asti, fratello di B.utolomeo me·
dico a Lione poi della marchesa di Monferrato e di Giacomo




