

S. GIOVANNI
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Eccoci ancora ad un altro nipote di zio: e l'ur troppo il nepo–
tismo anche fra noi fu molte volte opprimente. Questi era
Filip"po Antonio Cacherano della Rocca di Arazzo, ecc., arci–
prete, ecc.; quegli
è
Giuseppe Ignazio Cacherano, d'Arazzo,
coadiutore del primo, ed alla sua volta divenuto canonico ed
arciprete. Mori nel 1760 di soli quarantotto anni ma esso fu
benemerito di Torino pel sussidio dato al compimento del–
l'ultimo braccio dell' ospedale maggiore. Venne tumulato a
S. Giovanni con quest'epigrafe, che il sovracitato collettore
dice essere nei sotterranei.
Joseph Ignativs Cacheranvs Ozascvs
Ex
comitibv~
Rochae Aratii et Qvaxolii
EccIesiae Metrop. canon. et archipresbiter
Ob praeclaras animi dotes et eximiam probitatem
Maximamqve in rebvs gerendis sollicitvdinem
Praesertim ob singvlarem cvram
In perficiendo extremo Iatere maioris Nosocomii
Qvvm in eodem moderatoris mvnere
Lavdabiliter fvngeretvr
Havd satis commendandvs
Svmmo amicorvm moerore qvibvs erat acceptissimvs
Acerba morte praereptvs fvit VI KaI. mai.
Anno MDCCLX aetatis svae XLVIII.
Come a fedele esempio della vita umana, ai mediocri
s'inframmettono i più degni, ovvero ai più benemeriti coloro
che hanno benemerenze secondarie,
così
in questo quadro
abbiamo i prestanti ed i meno prestanti. Ma illustre, avuto
riguardo ai tempi ed al nostro paese, puossi ritenere Gian
Pietro Costa da Usseglio che s'innalzò col proprio merito;
fu canonico, teologo, abate dei Santi Vittore e Costanzo,
direttore di spirito della Regina Anna d'Orleans, e del Re
Carlo Emanuele III. Non comune benemerenza anche verso
le arti egli si acquistò coll'ampliazione e restaurazione del–
l'edifizio del Seminario arcivescovile sui disegni del celebre
Filippo Juvara. Mori nonagenario il 29 novembre del 1770.