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l MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBJO
datano le patenti che accordavano la facoltà chiestane. Anzi, la
munificenza di quella principessa spiegossi subito in modo note–
vole, poichè nel settembre del susseguente 1679 essa sommi–
nistrava loro i denari necessari i per l'acquisto del mona–
stero, colla chiesa delle monache del Crocifisso, che sommò a
L.
6290, e poi nell'anno appresso concedeva loro l'esenzione
dalle gabelte.
L'atto dell'acquisto di quel monastero colla chiesa annessa,
che è l'odierna di S, Giuseppe, seguiva
il
primo di settembre
nel parlatorio di quelle monache posto sotto la parrocchiale
dei santi Processo e Martiniano. Si premetteva nel docu–
'mento
(I)
«
essere talmente angustiato et incomodo rispetto al
gran numero loro e delle figlie di educazione che fossero
necessitate di abitare più insieme in una stessa cella non
avendo la comodità di dormitorio officine, chiostro, orto et
altre cose simili convenienti e necessarie ad un monastero
senza speranza di poter avere tal comodità a prezzo veruno
per essere situato il detto monastero nel corpo e nel più
abitato della
città
dominato da molte parti dalle case dei
cittadini e particolari abitanti che lo tengono fuor di moda
soggetto e lo rendono anche malsano, come insegna l'espe–
rienza per il poco respiro si gode dell'aria, conoscendo però
che
il
continuare la loro abitazione in detto vecchio mona–
stero gli riusciva veramente dannoso e pregiudiziaie, non
solo in ordine alla sanità, ma anche ai proprii interessi
del monastero..... ». Avendo pertanto in riguardo delle sue–
sposte considerazioni ottenuto dalla liberalità dell'anzidetta
duchessa un sito in città nuova, esse suore vendevano il
v~cchio
loro monastero per la somma di lire trentaduemila
all~religi~
dei chierici regolari, ministri degli infermi ossia
della buona morte. Essi erano rappresentati al rogito dai
padri Ippolito Maria Zoagli, provinciale, dal padre Maria
(I)
Archivio notarile di Torino. Anno 1679.