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I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO

Basilica Magistrale, che peraltro tennero poco, essendo sempre

difficile la buona armonia colle Confraternite, che si rego–

lavano già in forma costituzionale, senza forse nemll1en sa–

pere che cosa fosse

il

vero reggimento rappresentativo. Ab–

bandonata adunque quella chiesa, tolsero quella detta di San

Michele. anche a Porta palatina, sicchè dopo tre anni, fu

loro assegnata l'altra della Trinità, in un con casa attigua data

loro dal Duca. Senonchè ancor qui la loro famiglia essen–

dosi accresciuta sino al numero di dodici soggetti, nè mi–

gliore essendo

il

buon accordo con quei confratelli, fu forza

di provvedere ad altra mansione. E coll'aiuto di Vittorio

Amedeo I, succeduto a suo padre Carlo Emanuele I, essi

ottennero la chiesetta a tre altari, che era

jus patronato

dei'

canonici metropolitani, detta di S. Maria ad

praesepe,

ovvero

ad

nives

dedicata indi a S. Lorenzo in memoria della celebre

vittoria di S. Quintino, conseguita dal duca Emanuele Fili–

berto, col terreno adiacente, donato loro dal Duca. Nell'anno

1634 furono poste le basi dell'edific:o sontuoso, con grandi

feste e tripudii con l'intervento dell' arcivescovo Antonio

Provana collo sparo dell'artiglieria sui bastioni, ecc.

Nella pietra fondamentale erasi scolpita quest' iscrizione:

D. O. M.

Ac 55. Deiparae ad Praesepe,

Templvm

B. Martiri Lavrentio. 5.

Emanvelis Philiberti Voto

Ob partam victoriam iam dicatvm

Hereditaria pietate ampliore magnificentia

Pvblicae comoditati

Victorivs Amedevs restitvit

Annvente R.

Christina et Cardinali Mavritio

In cIericorvm regvlarivm sortem

Anno MDCXXXV.

Ma colla ' morte di Vittorio Amedeo, seguita, com'

è

noto,

nel 1637, caduto il Piemonte in un baratro di calamità, e

nella ben conosciuta guerra civile, non si aveva pitl al certo