

MADONNA DEGLI ANGELI
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XXIV.
MADONNA DEGLI ANGELI.
Ai varii rami della religiosa tribù francescan.'l mancava
ancora nel Piemonte quello dei riformati. Sudditi
piemon–
tesi riformati peraltro già abitavano conventi in estere re–
gioni, i quali avevallO
chie~to
a Carlo Emanuele
l
di poter
anche aprire un convento a Torino. Venuto a notizia ad
alcuni dei superiori dell'Ordine che il Duca era stato edifi–
cato della condotta e
~ello
zelo
dei
riformati del convento
di Varallo, che aveva visitato, indussero essi il padre Gian
Francesco Blanqtrdi da SQspello riformato dell,l provincia di
Genova che era in Torino, e che aveva intitolato al Duca
alcuni
discorsi
del Santo
~udari9,
di passarne buoni uffizi
con quel principe, ed
egli
compiè al
man~ato,
valendosi
d–
tresl degli uffizi del venerabile fra Lorenzo da Revello di
famiglia
11el
convento di Pavia. La strad<!- 110n fu però tutta
piana, poichè sorsero varii contrasti fra
i
riformati e i non
ri–
formati. Essi peraltro poterono venir superati negli ultimi
anni di vita di fra Lorenzo testè accennato, e che mori nel
1623.
Infatti egli potè ancqr veder lo stabilimento dell'ospizio
provvisorio di quei padri nella casa dei fratelli Alessandretti
SOtto la parrocchia di S. Agostino. Anzi, quel padre potè
ancora essere spettatore dell'acquisto di un sito in città
nuova dove si sarebbe dovuto innalzare acconcio convento con
chiesa. E i mezzi furono forniti da Margherita di Roussillon
di Chatelard marchesa di Riva il cui figlio don Maurizio
avuto da Carlo Emanuele I) era stato liberato dalla morte ad
intercessione di fra Lorenzo.
Ma non cessavano le opposizioni ad intraprendere defini–
tivamente la fabbrica del convento; sinchè
il
due maggio
del
1625
il padre Blancardi suddetto vestita la cotta, e mes-