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S. LORENZO

201

XXIII.

S. LORENZO.

Chiesa affidata alla Congregazione dei Chierici regolari teatini

dal duca Carlo Emanuele I, il quale aveva contratto parti–

colare amicizia col padre Tolosa teatino, celebre predicatore,

divenuto vescovo di Bovino, poi arcivescovo di Chieti, infine

nunzio pontificio a Torino nel

1605.

Nei frequenti colloquii avuti con lui quel Duca fu per–

suaso che l'introduzione di quell'Ordine ne' suoi Stati avrebbe

potuto riuscire di edificazione alle città ed essere vantaggiosa

ai suoi sudditi. Ma le condizioni del paese indugiarono una

risoluzione definitiva; quindi solamente nel

1621

quel Duca

scrisse al suo suddito Vincenzo Filiberti generale dei Teatini a

Roma, e che pur aveva conosciuto in una delle sue man–

sioni a Torino per la predica quadragesimale in Duomo,

esprimendogli

il

suo desiderio.

Quel padre adunque, anche per le istanze fattegliene dal

principe cardinale Maurizio residente a Roma venne fra noi

e si mise in accordo con Carlo Emanuele I per introdurre

i suoi frati. Fu pertanto inteso che si sarebbero tolte a pi–

gione due stan3:e presso alla Corte ducale, e che si sareb–

bero nominati due religiosi ed un fratel laico. Un di essi

fu scelto subito dal Duca nella persona dd padre Dionisio

Dentis che pure erasi acquistata qualche rinomanza nell'ul–

timo quaresimale in S. Giovanni, ed in D. Gaetano Cossa

menato seco dal generale Filiberti. E questo padre Cossa

saliva poi in alto credito, poichè più tardi sotto Vittorio

Amedeo I veniva incaricato di speciali missioni in Ispagna.

Intanto quei religiosi che uffiziarono nel

1622

la 'chiesa me–

tropolitana, nel seguente si rivolsero a quella di S. Paolo,

patronato dell' Arciconfreria de) Confalone o di S. Croce, or

15 -

G.

CL4a&TTA .

I

marmi scritti.