

S. GIUSEPPE
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Giuseppe Lanzi superiore, dal padre Domenico Simondi e
dal padre Stefano Bonardi i quali nel giorno sovraccennato
venivano alla stipulazione del contratto.
In
breve volger di tempo quella Religione faceva progressi
singolari, in grazia dell'alito di esemplarità che si diffondeva
nella nostrllo popolazione; e basta a persuadersene leggere
parte di altro documento inedito, ch'è quello iL quale diè
origine all'edificazione dell'altare maggiore, opera della bene–
ficenza del suUodato generale delle finanze Giambattista Truchi.
Esso seguI
il
due marzo del
1693
nel refettorio di quel con–
vento alla presenza dell'abate commendatore Emanuele Fili–
berto Panealbo, dei chierici regolari, ministri degli infermi,
Francesco Falcheri, prefetto Gian Francesco Prestagno, Gio–
vanni Batt. Motta e Francesco Matteo Mattei, sacerdoti.
CI:
Si
premetteva, che già introdotti in Torino quindici anni prima
in grazia della singolare pietà di Madama Reale avevano però
la chiesa loro assai angusta e poco propri,l d'architettura, e
specie l'altar maggiore dedicato a S. Giuseppe. tuttochè si
vedesse continuamente gran concorso di popolo massima–
mente di nobiltà, attesa l'universale divozione a sI gran santo
et
il
zelo di detti padri in ciò riguarda l'onor di Dio e l'utile
spirituale del prossimo ...
»
(I).
Nell'atto si dichiarava, essere il disegno di quell'altare
dell'ingegnere ducale Lanfranchi; e l'opera veniva eseguita
dal capo mastro Domenico Violino. E mentre
i
padri si
obbligavano di .celebrarvi messa <!}uotidian'll
perpetua,
promette–
vano altresl di non mai rimuovere
il
quadro .di S. Giuseppe
.che rappresentava çioè il transito di quel santo, lodato lavoro
del valente .pittore Sebastiano
Ta-ric.hicheraschese. E nel
precedente suo testamento del 5 marzo
1682
già aveva di–
sposto quanto più tardi egli stesso giugneva in tempo a
compiete, incaricando il suo erede di far edificare quell'al–
tare colla figura di S. Giuseppe agonizzante, assistito dalla
(r) Archivio notarile, all'anno 1693.