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I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO

ficio, l'arcivescovo di

Torino,

il

primo presidente del Senato

e una folla di cittadini di ogni classe. Lesse l'orazione fu–

nebre il teologo collegiato Giuseppe Bruno.

Nei laterali della cappella eransi dipinti cartelli con em–

blemi esprimenti la vita e i costumi del defunto, e nelle

quattro vele del bacino, medaglioni che ricordavano le virtù

teologali.

XXIX.

SAN ROCCO.

Fervente e dilatata fu ogni dove la divozione dei popoli

a S. Rocco patrono speciale de' contagiosi. Già una cappella

a suo onore eravi sul principio del secolo XVI presso alle

fontane di S. Barbara sul corso S. Maurizio; e vicino a

quella chiesuola s'innalzava persino intorno al 1522 uno

spedale

Q

lazzaretto per gli appestati. I disciplinanti di Santa

Croce o del Gonfalone nella chiesa di S. Paolo da loro uf–

fiziata avevano pure dedicato un altare a quel santo. Ma nel

1598 mentre batteva alle porte della città una pestilenza, di–

venuta poi assai micidiale, Gian Giacomo Rapini a nome di

alcune pie persone manifestò all'arcivescovo Carlo Broglia

il desiderio di formare una Confreria di disciplinanti ad onore

di S. Rocco, e di poter uffiziare nella cappella della Beata

Vergine delle grazie eretta sin dal 1374 presso la chiesa di

S. Gregorio che s'innalzava al nord dell'odierna chiesa di

S. Rocco quasi in faccia alla famosa torre del Municipio or

distrutta. La nuova' Arciconfraternita di S. Rocco fu eretta

con decreto arcivescovile del sette settembre del 1598. Su–

perata la pestilenza che incrudelì a Torino nel 1599 e nel

primo anno del secolo XVII i disciplinanti di S. Rocco negli

anni 1602 e 1604, previi accordi col rettore di S. Rocco e

con Pier Francesco Broglia, gentiluomo di bocca, uno dei

confratelli e patrono dell'antica cappella di S. Rocco presso