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MISERICORDIA

255

S. Michele della Chiusa aveva intenzione di fondarne un'altra.

È

vero che ventitre anni dopo fu posto mano a ristaurarla.

Nel

1612

l'uffiziarono gli agostiniani scalzi, e poi nel

1624

per un momento i teatini, quindi i trinitari scalzi; ma Vit–

torio Amedeo II nelle sue innovazioni edilizie la fece atter–

rare. E nel

1784

fu innalzata sul disegno dell'architetto Bon–

vicino quella alla quale accenniamo.

Nella lapide fondamentale era stata intagliata quest'iscrizione.

Rex Victorivs Amedevs III

P. F. A.

Primvm hvivs Ecclesiae lapidem posvit

Personam eivs gerente

Marchione Adalberto Pallavicino

Ex nobili cvbic: et Praetore Vrbano

Cvrantibvs fratribvs discalceatis

Ordinis Sanctissimae Trinitatis

Redemptionis Captivorvm

XII Kalend. septembris

MDCCLXXXIV.

Dipinsero per quella chiesa Camillo Procaccini, Carlo Fran–

cesco Panfilo, e lasciarono lavori di lor mano gli scultori

Pt!rucca e Plura.

XXVIII.

MISERICORDIA.

La Confraternita detta della Miset'icordia o di S. Giovanni

decollato cominciò ad avere modesta origine ai tempi del

duca Carlo III

il buono.

Alcuni pietosi torinesi scorgendo che

i prigionieri, secondo l'uso di quei tempi poco buoni, tene–

vansi a pane ed acqua, ottennero dal Duca di poter far

loro qualche carità per non lasciarli perire. Ma più tardi,

cioè nel

1578,

Michele Zuccato, Andrea Milano, Marcan–

tonio Spada, Fabrizio Bonanome con altri ottennero dal-