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SPIRITO SANTO

273

principi, nel 155

I

ventva canonicamente eretto l'ospizio a

tale scopo. Essa pon

ti1rdav~

quindi a ricevere prove di fa·

vqre, come da

a~cuni

dei nostri principi, così da molti pri–

va~i;

interrotti benslneJ

1811

al tempo della dominazione fran–

cese IDa pqi ripigljava l'e$ercizio

qeUe

~ìUe

fupzionj nel

1822.

Sj sa

çh~

H

p

~prile

del,

1728

vi era stato ammesso Gi'an

Giacomo Rosseau?, .che abiurava il

21,

ricevendo il battesimo

due

~iorni

dopo.

Nel

n64

la Confraternita, favorita dal legato di Giambat–

tista Bertoldo, che l'aveva istituita erede universale delle Sue

sostanze, poneva mano a riedificare la sua chiesa sui disegni

delI'architetto Giambattista Ferroggio, che rispettata l'antica

struttura ne variava soltanto la disposiziQQe interna, e l'a–

dornava di mlrmi di Valdieri, ,ricostruendo l'altare mag–

giore, che un fatale ihcendio

qvev~ _

distruno sin dal 1653,

e che s.olamente era stato restaurato in via provvisoria. Si

erigeva allora bensì la facciata, ma non veniva compiuta,

mancandovi la parte ornamentale.

E

così rimase sino al

187

I,

nel qual anno ·questa chiesa venne riabbellita sui disegni e

sui consigli del chiaro ingegnere Giambattista Ferrante.

La chiesa presenta la forma di una croce greca sormon–

tata da cupo letta a traforo che termina in un lucernario. Il

corpo si compone di colonne corinzie scannellate, di marmo

bigio di Valdieri, con basi di marmo bianco di Frabosa. Il

braccio traversale termina in due grandi cappelle in forma

d'absidi, e quello longitudinale finisce in un abside, nel quale'

si aprono il presbitero eq il coro. Due di quelle colonne

furono donate dal re Carlp Emanuele III.

Fra i varii personaggi di riguardo che ressero le sorti di

que~to , Soclalizi9

vogliono essere ricordati il barone .Otto Rhe7

binder svedese, fattosi cattolico a persuasione della sua cop–

sorte svedese pure, che in un documento del

1712

ritrovo fosse

Maria .Giovanna di Morphia Omerocom, dama della Croce stelo

lata e dama della nostra Corte, e vedova del barone Bongdof. '