

s.
TERESA
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E finalmente la raccolta soyracitata ci rende ragione di
quest'altro atto di beneficenza compiuto dal commetciante
Raimondò Arietti.
Raymvndvs Arietti Joann. F. Tavr.
Peritvs commercii exercitor
Vir ivstvs pientissi mvs
Cvnctis benevolvs omnibvs carvs
R. H. Manicomio fvndvm XXIV circ: ivgervm
Tabvlis testamenti assignavit
.
Mortvvs VI Non Mart. MDCCXCVII
Aetatis an LXX M. VIII D. XIX
Administratores beneficii memores
Conlegae eximio
C. N. P. P.
XXXIII.
SANTA TERESA.
Già .nel
1624
i carmelitani scalzi yenuti da Genova due
anni prima in solo numero di due potevano far acquisto di
casa verso la Cittadella presso al Gambero, ed ivi aprire
una chiesuola. La virtù dei primi padri, e la sorte che fece
uno di loro, il padre Giovanni della Croce di Bourdeaux,
confessore, prima di Maria di Borbone consorte del noto
principe Tommaso, poi della nostra duchessa Cristina di
Francia, diedero impulso a che q\lesta principessa, sedati i dis–
sidii civili, e sebben già fosse morto quel padre, desse nel
1642
uno spazio di terreno in città nuova presso la porta mar–
morea. Le patenti ducali di alcuni anni prima, ma interi–
nate dalla Camera dei Conti soltanto nel
1649
assicurarono
l'avvenire di quel Convento. Ma la pietra fondamentale della
chiesa già era stata collocata sin dal
1642
e con epigrafe
conforme al gusto secentistico del giorno.
In quanto al disegno della chiesa, ancorchè tal uno inclini
a credere ne sia stato autore il padre Valperga, come di–
cono le cronache del Convento, nondimeno, se non n'ebbe la