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s.

TERESA

289

E finalmente la raccolta soyracitata ci rende ragione di

quest'altro atto di beneficenza compiuto dal commetciante

Raimondò Arietti.

Raymvndvs Arietti Joann. F. Tavr.

Peritvs commercii exercitor

Vir ivstvs pientissi mvs

Cvnctis benevolvs omnibvs carvs

R. H. Manicomio fvndvm XXIV circ: ivgervm

Tabvlis testamenti assignavit

.

Mortvvs VI Non Mart. MDCCXCVII

Aetatis an LXX M. VIII D. XIX

Administratores beneficii memores

Conlegae eximio

C. N. P. P.

XXXIII.

SANTA TERESA.

Già .nel

1624

i carmelitani scalzi yenuti da Genova due

anni prima in solo numero di due potevano far acquisto di

casa verso la Cittadella presso al Gambero, ed ivi aprire

una chiesuola. La virtù dei primi padri, e la sorte che fece

uno di loro, il padre Giovanni della Croce di Bourdeaux,

confessore, prima di Maria di Borbone consorte del noto

principe Tommaso, poi della nostra duchessa Cristina di

Francia, diedero impulso a che q\lesta principessa, sedati i dis–

sidii civili, e sebben già fosse morto quel padre, desse nel

1642

uno spazio di terreno in città nuova presso la porta mar–

morea. Le patenti ducali di alcuni anni prima, ma interi–

nate dalla Camera dei Conti soltanto nel

1649

assicurarono

l'avvenire di quel Convento. Ma la pietra fondamentale della

chiesa già era stata collocata sin dal

1642

e con epigrafe

conforme al gusto secentistico del giorno.

In quanto al disegno della chiesa, ancorchè tal uno inclini

a credere ne sia stato autore il padre Valperga, come di–

cono le cronache del Convento, nondimeno, se non n'ebbe la