

55. TRINITA
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del 1724 la Confraternita poteva venire coi fratelli Antonio
e Gio. B. Casella del fu Secondo di Lugano a dar loro la
somma di
L.
w.Boo per
innalzare le tre porte della sua
chiesa coi coretti ed archi superiori di marmo di vario ge–
nere secondo il disegno dell'abate D. Filippo Juvara
(I).
Intralascio molte altre notizie che muterebpero faccia a
Auello che si ha di pubblicato su questa chiesa, e mi limi–
terò ad avvertire che
il
28 luglio del 1726 nella stanza vi–
cino al coro ... i funditori et indoratori a foco in or mo–
lato de' metalli ossian ottonari.. ... secondo la deliberazione
presa il 17 giugno antecedente obbligavansi di celebrare so–
lennemente in quella chiesa la festa del Iqro patrono S. Eligio,
con obbligarsi ciascun di essi a tenere chiusa in detto giorno
la propria officina
(2).
Accennerò ancora che questa chiesa .possiede opere di
Daniele Seyter, di Martino Cignar·oli, e lavori dellp scalpello
d'Ignazio Perrucca, Angelo Tantardini, ecc. .
Le epigrafi comprese nel limite di cui sovra sono le seguenti.
Sulla facciata.
Vni ac Trino Deo
Individvae Trinitatis Sodales.
Noto che la maggior parte delle lapidi
è
riposta nell'an–
dito che dalla chiesa accenna alla sagrestia. Cronologicamente
la prima riguarda l'or citato illustre .architetto Ascanio Vitoz-zi
di Orvieto, per le cui notizie rinvio i leggitori che abbiano
vaghezza di conoscerle al mio scritto:
I
primordi del Santuario
di
N. D.
di Vico e il capitano Ascanio Vitozzi di Orvielo (3).
Basterà dir qui che nato
il
Vitozzi ad Orvieto intorno al
1539 da Ercole, gentiluomo romano dei signori di Sermo–
gnano, studiò architettura nelle opere del Vignola; e fu anche
(I)
Archivio notarile.
(2)
Ib.
(~)
Orvieto 1893.