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55. TRINITA

333

del 1724 la Confraternita poteva venire coi fratelli Antonio

e Gio. B. Casella del fu Secondo di Lugano a dar loro la

somma di

L.

w.Boo per

innalzare le tre porte della sua

chiesa coi coretti ed archi superiori di marmo di vario ge–

nere secondo il disegno dell'abate D. Filippo Juvara

(I).

Intralascio molte altre notizie che muterebpero faccia a

Auello che si ha di pubblicato su questa chiesa, e mi limi–

terò ad avvertire che

il

28 luglio del 1726 nella stanza vi–

cino al coro ... i funditori et indoratori a foco in or mo–

lato de' metalli ossian ottonari.. ... secondo la deliberazione

presa il 17 giugno antecedente obbligavansi di celebrare so–

lennemente in quella chiesa la festa del Iqro patrono S. Eligio,

con obbligarsi ciascun di essi a tenere chiusa in detto giorno

la propria officina

(2).

Accennerò ancora che questa chiesa .possiede opere di

Daniele Seyter, di Martino Cignar·oli, e lavori dellp scalpello

d'Ignazio Perrucca, Angelo Tantardini, ecc. .

Le epigrafi comprese nel limite di cui sovra sono le seguenti.

Sulla facciata.

Vni ac Trino Deo

Individvae Trinitatis Sodales.

Noto che la maggior parte delle lapidi

è

riposta nell'an–

dito che dalla chiesa accenna alla sagrestia. Cronologicamente

la prima riguarda l'or citato illustre .architetto Ascanio Vitoz-zi

di Orvieto, per le cui notizie rinvio i leggitori che abbiano

vaghezza di conoscerle al mio scritto:

I

primordi del Santuario

di

N. D.

di Vico e il capitano Ascanio Vitozzi di Orvielo (3).

Basterà dir qui che nato

il

Vitozzi ad Orvieto intorno al

1539 da Ercole, gentiluomo romano dei signori di Sermo–

gnano, studiò architettura nelle opere del Vignola; e fu anche

(I)

Archivio notarile.

(2)

Ib.

(~)

Orvieto 1893.