

1 MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO
VIII
CARMINE o BEATO AMEDEO
Il
Convento di
S.
Maria di Piazza più non potendo
capire i Frati Carmelitani che lo abitavano da due
s~coli, due di loro immaginarono di fondarne pno nuovo,
e scelsero per costrurlo uno de' sÌti del novello ingran–
dimento a ponente della città. Rinviando alla storia dI
Torino
(I)
del Cibrario chi desideri avere notizie parti–
colad in proposito, basterà qui ricordare che la costru–
zione cominciò nel 1718 sul disegno dell'architetto Gian
Giacomo Planteri, e vi fu posta la prima pietra con questa
epigrafe:
Vbi avgvsta esse desinit
Tavrinorvm Avgvsta hvc immigrat Carmelvs
lllvstrissima domina Enrie ta Maria Rossillon
De Scarnafixio primam monasterii ·lapidem iecit
In quanto alla chiesa, i Carmelitani ne affidarono sa–
viamente
il
disegno al migliore architetto che s'avesse al–
lora l'Italia, Filippo Juvara, Messinese, chiamato da Vit–
torio Amedeo II, che creoIlo suo primo architetto. Essa
fu
cominciata nel 1732, e la pietra fondamentale posta
il
dì tredici maggio di quell'anno, ma senza la presenza del
Re Carlo Emanuele III, lo che noto per far vedere il
.contrasto dell' epigrafe che dice così:
Ecclesiae B. Mariae Virginis de Carmelo
Primvm lapidem
Carolvs Emmanvel Rex Sardilliae
Xlii
mai
MDCCXXl11
Ben disse il Cibrario, che l' ommissione del
posuil,
o fu
sottintesa, o lasciata a bella posta; del resto nel modo che
(I)
Tomo II da pag. 222 a
244.