I MARMI SCRITTI DI TORINO E SUBURBIO
il tabernacolo, onde nel
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faceva sostituirne altro, dise–
gnato dal primo suo architetto, conte
~irago
di Borgaro,
che lo eseguì d'ordine composito, ricco di fregi, con nodi
d'amore in bronzo dorato.
Altri furono i doni di quel Re alla nuova chiesa del
Carmine " fra cui cito
il
bel quadro che rappresenta la
Madonna del Carmine, e nel piano inferiore
il
Beato Ame–
deo di Savoia che fa limosina ai poveri, lavoro del pen–
nello del cavaliere Claudio Francesco J3eaumont, regio
pittore. Il quadro
è
ottimamente incorniciato, e sopraffatto
da bella e real corona, con supporti, due angeli scolpiti,
lavoro del Clemente.
Nelle tribune laterali all' altare maggiore sonvi quattro
epigrafi, di cui riferisco le due che possono essere com–
prese nel limite di questo lavoro.
Quella a destra, trasportata dalla chiesa di S. Maria di
Piazza,
fu
innalzata per perpetuare la memoria delle be–
neficenze ·di Melchior Ameto torinese, priore e decano
del Collegio dei giureconsulti. dell'Università nostra; e
fu
opra del figlio Geronimo, anco giureconsulto.
Deo Trino Vni
Melchiotli Ameto Tavrinensi
Jvris tvm consvltissimo tvm
Patrono celeberrimo qvi cvm
Praeclarvm divtvrnvmqve
Specimen ingenii fidei indvstriae
Caeterarvmqve virtvtvm
in
Gymnasio atqve in foro dedisset
Ac collegii legisperitorvm
Decanvs et prior esset obiit
Anno aetatis
L'Oli
salvtis
IIDLUI
Hyeronimvs filivs V. I. C. parenti oprirno posvit
Gentilicii sacelli reditibvs
Annvis a maioribus antea
Attribvtis a se postmodvm
Avctis ad eam svmmam vt ex
llIivs frvctibvs commode Missae




