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segni nel 1646. Molte sono le incisioni da lui

« condotte all’acquafòrte, non essendo allora

« coltivata presso noi la maniera dell’intaglio

« a bulino. Il Vernazza ne conta più di ses-

« santa a lui note, in molte delle quali appare

« emulo del Callot, seppure talvolta non lo

« supera. La più bella è del 1643 (la prima

« con data certa è del 1633). L ’ultima porta

« la data del 1675, e s’intitola « Regio fune-

« rale celebrato in Torino dall’Altezza Reale

« di Maria Giovanna Battista al Reale Con­

sorte defunto Carlo Emanuele II ».

« Il Boetto venne man mano, col crescere

« degli anni, promosso ad altri impieghi.

« Fu dapprima creato tenente colonnello di

« cavalleria, poi nel 1667 governatore del

« Castello di Saluzzo. Morì nell’anno 1676 »

(Y .

R

oberto

d

’ A

zeglio

,

opusc. cit.).

Al N. 23 è la « Madonna con Santi e Pa­

troni. Tavola dipinta da

G

audenzio

F

er

-

«

r a r i

». La Madonna è seduta con Bambino

in braccio. I Santi sono San Giovanni e San

Sebastiano. I Patroni sono i committenti,

genuflessi a destra ed a sinistra, cioè il prin­

cipe e la principessa Fieschi di Masserano.

È una bellissima tavola, ma molto guasta.

Meriterebbe un giudizioso restauro, e spero

che lo splendido patrono dell’altare, marchese

Tommaso della Marmora, principe di Masse­

rano, non lo farà a lungo aspettare.

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