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Un musicista torinese alla corte di Re e di Principi:

F E L I C E B L A N G I N I

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uanto sia capricciosa e mutevole la fortuna è

cosa universalmente risaputa: per questo,anzi,

essa viene solitamente raffigurata con gli occhi

bendati. Vi furono geni, che lasciarono aH'umanità

opere di bellezza immortale o compirono azioni di

grandezza imperitura e che trascorsero la loro esi­

stenza tra le sofferenze, gli stenti e l’incomprensione

generale; vi furono invece individui che, pur non

dotati di qualità così

grandi ed eccezionali,

conobbero della vita

tutte le lusinghe, le

gioie e le soddisfazioni

o, per lo meno, videro

valorizzati per intero

la loro opera, la loro

attività e i loro meriti.

Tra questi si può

annoverare Felice

Blangini, il cui nome,

circa un secolo fa, si

diffuse per tutta Eu­

ropa e le cui composi­

zioni ebbero vasta

risonanza in tutti i

salotti aristocratici, in

quei tempi romantici,

in cui la musica era

ancora il principale

ornamento d’ogni ri­

unione mondana e in­

tellettuale.

Nacque il Blangini

a Torino il 18 no­

vembre 1781 da una

famiglia borghese di

commercianti. La ma­

dre - una donna di

viva intelligenza pra­

tica e di carattere

deciso, energico e ri­

soluto - intuendo le

buone disposizioni

dei figlio per la mu­

sica e sentendolo

dotato di una voce

DE NOCTURNES

à deux Vont

UTC ACCOMPAGNEMENT DE PIANO OV BARPE .

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M A D A M E L A P R I N C E S S E P A U L i N E

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Maitre de CÌiapeDe de Sa Majeste le Koi de Baviere,

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Frontespizio di una delle raccolte dei ottobri notturni dal Blangini. Questo fron­

tespizio risulta particolarmente interessante: «sao reca, oltre che la dedica alla

principessa Paolina Borghese - sorella dall'imperatore Bontperte e protettrica e

amicadelmusicista torinese-anche l*iodkazionedelle cariche del Bordini, il suo

indirizzo parigino, l'anno di stampedelta raccoltastessa(W S ) e, infine (in fondo

a sin.), la firmaautografe dell‘autore, che non comparenelle altre pubblicazioni.

(Do me ctpto eaùtwat nafte BMimct ritenete drfftMvtraM di forine)

gradevole e naturalmente aggraziata, sollecitò e ot­

tenne l’ammissione del piccolo Felice nella cappella

del duomo e nella scuola del seminario. In questa

il ragazzo frequentò tanto i corsi letterari, quanto

quelli musicali; certo con molto maggior profitto

i secondi che non i primi; forse anche perchè ebbe

la ventura di trovare una guida musicale assai

esperta, sapiente e amorevole nell’abate Ottani,

_________________________ uscito dalla celebre

enmia bolognese del

pu^ji v» Martini.

Rapidi furono i pro­

gressi del Blangini sia

negli studi del piano­

forte, come in quelli

del canto e della com­

posizione; egli si de­

dicò pure allo studio

del violoncello, che

impiegò poi con pre­

dilezione in varie sue

opere teatrali,

dando

ad esso particolare ri­

lievo in

«a soli» can­

tabili.

A ll’età

di

dodici

anni compose unMot­

tetto e un Kyrie,

che

vennero eseguiti

nella

Chiesa della Trinità.

Poco

dopo, essendosi

ammalato di nevra­

stenia il conte di Sta-

kelberg, ambasciatore

di

Russia a Torino e

musicista appassio­

nato, egli riuscì a gua­

rirlo, cantandogli -

.con quella sua innata

grazia e dolcezza es­

pressiva - le languide

melodie della

Nino

pazza per amore

del

Paisiello.

Dopo l ’invasione

del Piemontedaparte

delle truppe francesi

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