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AUTOMOBILISMO IN FASCE

avere dimostrato che Roberto

Valturio, ignaro di motori, aveva

avuto l’idea di valersi della forza

della natura per la propulsione di

un veicolo. E per questo egli è

grande e benemerito.

Non dispero di trovare docu­

menti, che mi offrano il destro di

costruire altri apparecchi del ge­

nere, per giungere cosi sempre

meglio, e per gradi successivi, al

bolide di Campbell.

E facciamo ora un enorme

salto; parecchi secoli. Anno 1784:

sono i tempi in cui il grande

scozzese JamesWatt, I autore della

macchina a vapore a doppio ef­

fetto, si arrovella il cervello, per

costruire un automobile. Ma la

bisogna è o gli pare che sia supe­

riore alle sue forze, e mentre

tanta genialità profonde nelle sue

invenzioni sulle applicazioni del

vapore, egli trema e si ritrae di­

nanzi alla vastità del problema

che gli si presenta, colla visione

della macchina nuovissima: il con­

gegno è disegnato, ma non è

costruito. Egli si perde nei det­

tagli. Una grande mente come la

sua! Invece di studiare una caldaia leggera, si preoc­

cupa di sapere se il rame serva o meno per costruirla:

pensa con gioia (o amatori delle sospensioni a ruote

indipendenti) che le formidabili scosse impresse alla

macchina dalla strada faranno risparmiare la fatica

di scuotere il combustibile nel focolare.

Era tanto poco persuaso della bontà della inven­

zione che in una lettera diretta a Boulton, il suo

socio, egli dice: « Ho sotto gli occhi il modello di una

di queste macchine ed ho deciso di fabbricarla. Se

pure Iddio vuol compiere un miracolo per queste

vetture: per conto mio. io dubito che esse possano

mai essere utili a qualcosa ». Prende un brevetto nel

1874. ma, comeaffermaegli stesso, nonèpercostruire:

egli vuole semplicemente salvaguardare i suoi inte­

ressi di inventore, in special modo nei riguardi di

Murdoch e di Trevithick di cui era particolarmente

geloso. Ma nulla può l'uomo contro il destino. Ed

il destino ha deciso che siano proprio i suoi due

modesti collaboratori Murdoch e Trevithick.quelli che

dovranno passare ai posteri la fiaccola accesa daWalt,

approfittando dei suoi studi e delle sue esperienze.

William Murdoch è un modesto operaio, che. co­

struita la sua macchina, era ingenuamente persuasodi

aver procurato unagrandissima gioia ai suoi padroni:

Watt e Boulton. Annuncia loro la riuscita dei suoi

studi ed in compenso acuisce talmente la gelosia di

Watt da indurlo ad impedirgli di occuparsi oltre alla

sua creazione, obbligandolo ad un estenuante lavoro

supplementare che k> costrìnge ad abbandonare le

sue esperienze. Ma egli è riuscito a portare a ter­

mine la fatica, e nd 1784 il suo trìodo a vapore è

pronto a funzionare. Eccolo: come vedete a tratta

ai un congegno ruoifnwiaic con motrice t vapore

ad un soto cilindro verticale, • trasmissione diretta

sull'asse .delle ruote. I particolari tono sconoaduti: