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A U T O M O B I L I S M O I N FASCE

Ricordiamo ai nostri lettori che, per iniziativa dei s/gg. Comm. Avv. Gesare Goria Gatti, del

Conte Senatore Roberto Biscaretti di Ruffìa e del Grand'Uff. Giuseppe Acutis, venne, nel 1933, pre­

sentata la proposta per la erezione in Torino di un museo dell'Automobile: proposta che fu bene­

volmente accolta da S. E. Thaon di Revel, allora Podestà di Torino, che si compiacque farla sua, e

provvedere i mezzi per darle vita e che con pari interessamento è vivamente sorretta dall'attuale

nostro Podestà Ine. Sartirana.

S. E. il Capo del Governo, pronto come sempre ad incoraggiare l'incremento del patrimonio intellettuale

della Nazione, tutta tesa nel suo magnifico travaglio di rinascita e di potenza, dichiaratosi favorevole

alla nuova istituzione, manifestò il desideriocheessaprendessenomediMuseoNazionaledell'Automobile.

Il Dott. Carlo Biscaretti di Ruffìa ebbe l’incarico ufficiale dell'ordinamento di questo istituto che deve

ricordare al posteri come da Torino sia partita la scintilla animatrice del movimento industriale auto­

mobilistico italiano. Egli sta pazientemente ricercando il materiale che dovrà Armare la sostanza

del nuovo Museo. Materiale che, dopo essere stato raccolto, riordinato e, se pò____ _ //messo in effi-

cenza, viene collocato al sicuro da ogni altra offesa del tempo e degli uomini in attesa che le sale

della istituzione possano degnamente accoglierlo. A lato di questa adunata di cimelii storici della

meccanica viene curata dallo stesso ordinatore questa interessante ricostruzione dei modelli più antichi

che, per forza di eventi, non avrebbero mai potuto figurare nel Museo di Torino.

U

n Museo dell'Automobile, che si inizia oggi in

Torino, deve necessariamente rinunciare ad

esporre nelle sue sale tutte le macchine, che

furono ideate o costruite prima di questi ultimi

quarantanni. Macchine che in parte andarono di­

strutte dal tempo e dagli eventi, ed in parte hanno

preso stanza in altri Musei già costituiti prima del

nostro. Questo pensiero mi ha tormentato dal giorno

in cui S. E. Thaon di Revel, allora Podestà di Torino,

ha voluto farmi l'alto onore di affidarmi l’ordina­

mento del nuovo ente, che deve ricordare ai posteri

le benemerenze della nostra Città nel campo del­

l'automobilismo.

Quale rimedio portare ad uno stato di cose irri­

mediabile? In che maniera è possibile far vedere ai

nostri visitatori quale fu il faticoso travaglio delle

generazioni passate per la risoluzione di questo pro­

blema, oggi pur tanto semplice per i nostri sportivi

che percorrono a passo di « record » le belle strade

d’Italia?

Il rimedio c’è, maper metterlo in pratica ci vuole

entusiasmo, buona volontà e pazienza. Ed armato

di queste qualità indispensabili altro non resta che

accingersi alla costruzione di una serie di modelli,

che rappresentino al vivo tutte queste macchine fan­

tastiche, frutto della intelligenza di una lunga schiera

di precursori di ogni paese. La fatica è appena ini­

ziata ed io oggi non posso presentare ai benevoli

lettori della Rassegna «Torino», che uno sparuto

manipolo di questi mirabili congegni primitivi, in

attesa che il tempo mi dia modo di completare la

serie. Il lavoro è lungo e gravoso, tanto più quando

ad esso non è possibile dedicare die pochissime ore,

rapite alle occupazioni abituali. La mia presentazione

è dunque una modesta primizia in attesa di poter

far vedere tutta la gamma della costruzione automo­

bilistica, a partire da Valturio, per giungere fino

all’ « Uccello Azzurro ». Una premessa però è neces­

saria alla presentazione dei modelli, e cioè stabilire

esattamente che cosa si voglia intendere per auto­

mobile e sopratutto quale sia stato il pensiero infor­

matore dell'uomo nell'affannosa ricerca di questo

mezzodi propulsione meccanica, trionfante oggi dopo

tanti secoli di sterili tentativi.

Nella breve conferenza che ho avuto l'onore di

tenere ad una riunione del Rotary, io

mi

sono preso

la libertà

di

dare dell'automobile una fantasiosa

definizione che, se non possiede altri meriti, offre

il vantaggio grande di estendere il signifiato della

parola, permettendo di qualificare col nome di auto­

mobile macchine le quali, con il nostro veicolo, come

lo intendiamo oggi, hanno ben poco da vedere.

Eccola. L'automobile è il più bel fiore sbocciato

dalla fondamentale ed innata necessità di progresso

dell'uomo. Vediamo dunque insieme quale strada ha

percorso l'uomo dal primo giorno in cui il problema

gli si è parato innanzi in tutta la sua immensità, ad

oggi in cui egli lo ha integralmente risolto.

Qual'è lo scopo essenziale della vita dell'uomo?

Lavorare intensamente: produrre al massimo met­

tendo a profitto dei proprii simili intelligenza ed

attività. Di qui la necessità imperiosa di risparmiare

le forze muscolari, a tutto vantaggio dei fosforo dd

cervello.

A quantoaffermano le sacre istorie, il primouomo

apparso suMa terra fu Adamo, che, ansiosodi procu:i&òsstfassa