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UN MUSICISTA TORINESE ALLA CORTE DI RE E DI PRINCIPI: FELICE BLANGINI

condotte dal Bonaparte, la corte reale si rifugiò

in Sardegna e la madre del Blangini - che vi aveva

appoggi e aderenze - decise di tentare la fortuna

in Francia; partì nel 1797 col figlio Felice e con la

sua figlia maggiore: eccellente musicista anch'essa

e che aveva avuto, anzi, lezioni di violino dal ce­

lebre violinista torinese Pugnani, che fu uno dei

più grandi del suo tempo. Dopo un viaggio avventu­

roso - che il Blangini nei suoi Souven/rs pubblicati

più tardi (nel 1834) si compiace di descrivere con

colori eccessivamente romanzeschi - i Blangini giun­

sero a Nizza. Per provvedere al proprio sostentamento

il ragazzo e la sorella diedero concerti, peregrinando

per varie città della Francia meridionale e della Sviz­

zera, sempre accolti con particolare favore sia dai

connazionali, che da quei signori, per cui essi erano

largamente forniti di lettere di presentazione e di

raccomandazione; lentamente, a piccole tappe, giun­

sero nel 1799 a Parigi, la città che doveva schiudere

al musicista torinese le vie della fortuna e della fama.

Un compositore e cantante di modo a Parigi,

li grande successo deile « ariette » t

delle « romanze », delle « canzoni » e dei

« notturni » del Blangini.

Il Blangini iniziò la sua attività musicale parigina,

dando concerti insieme con la sorella: questi concerti

riuscirono a richiamare l'attenzione e l’interesse del

pubblico e procurarono al giovane musicista le prime

soddisfazioni e le prime lezioni. Nell’anno successivo

(1800) incominciòapubblicare composizioni per canto,

che per il loro carattere piacevole, semplice, melodico,

grazioso si diffusero rapidamente per i salotti parigini,

dove l’arte del canto, quantunque assai coltivata, si

riduceva, in quei tempi, essenzialmente a «dire»

con garbo e grazia delle ariette o delle canzonette.

Il Blangini si attribuì pure il vanto di essere stato

il creatore di un nuovo genere di composizioni vocali:

« lo diedi - egli lasciò scritto nei suoi Souvenirs - a

queste composizioni la denominazione di notturni; si

cantavano dappertutto; io non assistevo ad alcuna

riunione musicale, senza udir eseguire la mia musica;

Garat dava ad essa un fascino, che mi inteneriva, ma,

per triste compenso, io non potevo fare a Parigi un

passo, senza sentirmi scorticare sugli organetti di

Barberia... I disgraziati! non sono essi venuti talvolta

fin sotto le finestre di casa mia, per eseguirmi delle

mattinate tali, da farmi comprendere che non è

sempre una disgrazia l’essere sordi?...».

A parte il vanitoso compiacimento che trapela

dal suo scritto, è innegabile che il Blangini fu il primo

a dare a queste composizioni vocali a più voci il nome

di notturni che, prima di lui, solo Mozart aveva usato

per certe musiche strumentali; il nome ebbe for­

tuna e fu poi adottato e reso celebre da altri musi­

cisti insigni: sommo fra tutti il Chopin. Innegabile

è

pure che il Blangini, cantando egli stesso le sue com­

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Andantr Soitrnulo

» ‘ A f e .

Soprano ®

Uno dei notturni composti dal Blangini per la principessa Paolina

Come tutti gli altri ad essa dedicati - e per lo più composti di parole

di lei-è per voce di tenore e di mezzosoprano(o soprano), essendo

a venir eseguiti direttamente dal Blangmi stesso insieme con la pri

posizioni o insegnandole alle allieve, che diventavano

sempre più numerose, acquistò presto larghissima

fama e potè introdursi facilmente nelle case più

distinte della metropoli francese.

Tentò anche il teatro, ma in esso raccolse successi

più effimeri. Già nel 1802 egli ebbe l'incarico di ter­

minare un’opera La fausse duègne rimasta incompiuta

per la morte del suo autore: il Dellamaria; l'opera

piacque e aprì al Blangini. appena ventunenne, la

via dei teatri parigini. Infatti al Teatro Feydeau l’anno

successivo (1803) appariva Chimère et réalité, una

bluette in un atto, che ebbe successo.

Nel 1805 il Blangini intraprese un viaggio in Ger­

mania e si recò alla corte del principe elettore di

Baviera, presso cui si trovava la sorella violinista.

Ivi fu accolto con particolari onori, trattato con ogni

riguardo e colmato di doni; alla sua partenza il prin-

erpé elettore gli conferì anche il titolo di maestro di

cappella.

Intanto ferveva sempre più la sua attività di com­

positore: pubblicò nuovi fascicoli di musiche da ca­

mera e scrisse per il teatro le opere: Nephtali ou les

Ammonites, Encor un tour de Calife, Ines de Castro,

Les fètes lacédémonienncs.

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