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ARTISTI PIEMONTESI D 'OGGI: GREGORIO CALVI D I BERGOLO

tante Mostra del R itra tto del-

l’Ottocento e del Novecento,

della quale è tu tto ra ben vivo

il ricordo. Se non è possibile

estenderci come vo rremm o sul­

l'importanza assunta da questa

Esposizione, dobbiamo però regi­

strare come sia dovuta al Calvi

(che riusciva ad o ttene re dalla

Reale Famiglia, da gallerie ufficiali

e private, dai più illu s tri a rtis ti

ben im po rtan ti opere) una così

interessante, ricca ed u tile , per

l'inconsueto co n trib u to alla no­

stra coltura artistica , riun ione di

significativi e preziosi esemplari

della ritra ttis tic a o tto e nove­

centesca, m o lti dei quali ignoti

al nostro pubblico (2).

Nel 1934 la personale del No ­

stro, con quella di Domenico

Valinotti e Giuseppe Manzone,

alla «Casa degli A r tis ti» di Milano

era giudicata fra le più im p o r­

tanti della stagione e segnava

certo uno dei suoi maggiori suc­

cessi, fra i più au torevoli consensi

della critica ed il più v ivo , co­

stante interesse de lle più note

personalità d e ll'a rte e della le t­

teratura e di numerosissimo pub­

blico.

L'onoravano de lle Lo ro Au­

guste visite le LL. AA . RR. il

Principe di Piemonte e la P rinci­

pessa Mafalda d'Assia ed anche

S. E. Ugo O je tti, A r tu ro Tosi,

Carlo Carrà, Francesco Messina,

Giorgio N icodem i, D ino Bonardi,

fra gli a ltri em inen ti cu lto ri e studiosi d ’a rte , esp ri­

mevano al Calvi il lo ro sch ietto compiacimento pe r la

nuovaecosì decisiva affermazione delia sua personalità.

In occasione di quella personale (presentata nel

catalogo dai più espressivi già rico rda ti giudizi

di Vauxcelles. Baschet, A . de Foquinères, G au th ie r.

Chavance. Zanzi, Bernardi. Migone) D ino Bonardi

teneva, alla stessa « Casa degli A r tis ti ». una confe­

renza sulla p ittu ra piemontese, ed esaminando l ’opera

dei tre a rtis ti nei lo ro diverso stile ma un iti n e ll’ is tin ­

tivo sp irito d ’avversione che li distingue ad influenze

o mode d ’ogni o rig ine , del Calvi metteva in rilie v o

il saldo equilibrio tra una modernità sanamente

intesa,

ma ancora

dominata dagli elementi dell'ordine e risol­

ver,tesi in una successione di forme chiare ed aristo­

cratiche,

cosi

nel nobile paesaggio come nella figura.

Fra le opere che figu ra rono in quella mostra

ricordiamo

R itratto d'uno studente,

il

Ramo d'azalea

(che, con il

Ritratto di bambino,

era acquistato pe r la

Civica Galleria d ’A r te Moderna di M ilano),

La pineta

di San Rossore, I pioppi. Lago d'Avigliano. Il Po a Piazza

(l« B )

Vittorio, Valentino, Lo stagno di St-James e

quel

R itratto

di Gloria Alcorta

che. come scriveva il Bonardi su « La

sera »,

gioca in una vibrante freschezza di toni verdi,

esposto poi anche alla Esposizione de lla Società Pro­

m o trice di T o rin o con il

San Sebastiano,

presente,

pu re questo s’ intende, alla personale d i M ilano e fra

le ope re più osservate e discusse e segnalato anche

da A ld o Palatini il quale così si ep rim eva in « C i­

men to »: « ...

Il Calvi, infine, giovanissimo, ancora

va esplorando larghi orizzonti per la sua arte polie­

drica, come è provato dai signorili r itr a tti e dalla com­

posizione del

«

San Sebastiano

»

fru tto di quello studio

severo che solo può condurre ad

alte

mète ne ll‘Arte ».

A lla Biennale Veneziana del 1934 il N o s tro pa rte ­

cipava con un R itrotto

di bambino

che po trebbe anche

rive la re quale sia n e ll’A u to re il ric o rd o d e ll’ope ra di

Reynolds, e due

Paesaggi del Piemonte.

Il

C a lv i, in g ite e permanenze alla ten u ta d i San

Rossore, alla palazzinà di Sant’Anna d i V a ld ie ri, a

Racconigi, a Pollenzo, alle quali partecipavano A u ­

gusti M em b ri della Famiglia Reale, ebbe anche fre -

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