Table of Contents Table of Contents
Previous Page  323 / 1769 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 323 / 1769 Next Page
Page Background

ARTISTI PIEMONTESI D 'OGGI: GREGORIO CALVI DI BERGOLO

Nido di Chiarina

più sacri affetti fam ig lia ri che sino

allora lo avevano accompagnato,

si sviluppasse maggiormente in

Lui quel naturale senso, sempre

tacitamente co ltiva to , che c o n tr i­

buiva Egli poi si dedicasse con

particolare esperienza, avvantag­

giandosi anche dei preziosi ris u l­

tati della lunga, emozionata osser­

vazione, al paesaggio.

Recente era anche la fo rte

impressione rip o rta ta dal Calvi

per la mostra d i C o u rb e t e qu ind i

il più religioso sen tim en to pe r la

campagna, sempre poi più in t i­

mamente n u tr ito , conco rrendo

altri ccjcienziosi pe riod i ed ele­

menti di s tud io , rive le ranno le

sue opere fu tu re .

La sua mostra personale con

quella di Domenico V a lin o tti, nel

marzo 1930 alla Ga lle ria Guglie lm i

di To rino, po trà in fa tti d im os tra rc i

che Egli

si

è

tra tto in disparte e

che

la sua più recente produzione

è

diventata so lita ria e tu tta perso­

nale,

come osserverà Em ilio Zanzi. anche presen­

tatore del N o s tro nel catalogo di quella m ostra , r i­

flesso della d is tinz ione , dell austerità, de l senso di

responsabilità che caratterizzano la sua p roduz ione .

O ltre ad ope re già precedentemente esposte figu ­

ravano a quella im p o rta n te personale:

L '«A rc a d e des

Champs Elysées»; Rue des Colombes (P a rig i); Versailles;

Fiesole; M a ttino e sera sulla Dora; San Geminiano

(proprietà no ta io Germano).

Già a ltra vo lta a Parigi, come abbiamo vedu to ,

il Calvi aveva d im o s tra to , isolandosi in uno stud io

rigido e costante, di quale in tim a concen trazione ,

forza d i vo lon tà , disciplina, fosse capace, ma in ben

altro sp iritua le stato d i grazia non poteva che t r o ­

varsi quando, sempre nel 1930, r ito rn a to nella capi­

tale francese e dedicandosi esclusivamente al pae­

saggio, so ltan to a llo ra , in fa tti, come Egli afferma,

cominciava a p rende re sincero e p ro fondo c o n ta tto

con la natura, disponendo anche di una tecnica

più rapida, sicura e precisa degli anni antecedenti

e di un museo, che crede unico al m ondo pe r fa­

vorire co n fro n ti fra maestri paesisti di ogni scuola,

specialmente fra i paesisti d e ll'O tto c e n to francese:

il Louvre.

É so ltan to a llo ra che o ltre ad amarli p ro fonda ­

mente, questi Maestri che si chiamano C o u rb e t.

Corot, Rousseau, Daubigny........... com inciava ad

osservarli assai più a tten tam en te ed a consu lta rli

quasi quo tid ianamen te , sp in to anche a questo s tu d io

intenso, amorosissimo de l paesaggio da una neces­

sità in fine di com inciare a rendere qualcosa d i espresso

veramente con quel com un ica tivo linguaggio, p e r chi

•o può in tende re , che essi conobbero meravigliosa­

mente bene e che li p o r tò da Constable e dagli O lan ­

desi ad essere i p ro tagon isti d e ll’età d 'o ro della pae­

sistica europea.

I

mezzi usati ed i risu lta ti o tte n u ti dai paesisti del

Novecen to francese, eccezion fa tta per g li U tr illo

della p rim a maniera e per alcune vedute provenzali

di D e ra in , non convincevano affatto il Calvi, che

s o p ra ttu tto li giudicava m o lto deboli e tenu i in con­

fro n to a lle maschie realizzazioni di que lli che devo­

tamente considerava

i suoi

Maestri del Louvre, i

quali, p u r con tan ta forza di rappresentazione e con

tan ta sicurezza di tecnica, erano sempre lim p id i rive ­

la to ri d i un quasi ingenuo e poetico sen tim en to e di

un in fin ito amore per la te rra .

«

Questi erano da seguire

— afferma riso lu tamen te

il N o s tro — e

non g li a ltri, gelidi rappresentanti di

un’arte, raffinata sì, ma priva di emozione».

Non era la spavalda d is in vo ltu ra de lie pennellate

d i un Matisse, di un Dufy e di m o lti a lt r i maestri

capiscuola m ode rn i, e non erano neppure i lo ro dogm i

— osserva il Calvi — che gli avrebbero fa tto cono­

scere la gio ia profonda, dolce e vio len ta anche, quasi

fisica — de fin irebbe il N o s tro — che da a llo ra im p rov­

visamente cominciava a provare d ip ingendo il pae­

saggio.

In que ll'epoca partiva il Calvi con i p rim i tre n i

del m a ttin o e solamente a sera ta rda faceva r ito rn o a

Parigi. Percorreva così la foresta d i Fontainebleau e

Barbizon, vedendo e studiando g li stessi paesaggi di

M ille t; i paesini sulle sponde del Loing, ..te fu rono

g li is p ira to ri fa v o riti d i Sisley. Reno ir; g li stagni d i

V ille d ’A v ra y ove ritro vava g li stessi ide n tic i tem i

d i C o ro t.

Cercava anche di identificare certi loro soggetti

e di eseguirli nelle ore stesse in cui erano stati da