ARTISTI PIEMONTESI D 'OGG I: GREGORIO CALVI DI BERGOLO
S
m
Sebastiano (1932)
Tonno od a Parigi, sul Lago Maggiore, nel Monferrato od
in Val Gesso, estraneo, perchè avverso, a tu tti i circo li e
cenacoli. In questi u ltim i tempi si è rida to a disegnare
anatomie e a dure esperienze tecniche, da lla p ittu ra ad
olio a ll'acqua fò rte , egli ristudia come un ragazzo i
tessuti del corpo umano e del fiore, di una foglia secca
o di un muscolo spellato. Si nota nei d ip in ti più recenti
un'esigenza di disciplina e ai ordine che fa bene spe
ra re in una robustezza tecnica sempre più personale
ed autonoma.
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E come odia il d ile ttantism o , tragedia di
tutte
k
a rti di oggi, cosi questo p a triz io subalpino non
vuole
essere
giudicato nelle intenzioni ma nei risu lta ti.
Ha la volontà di essere un probo p itto re di mestiere
Gregorio Calvi dà un u tile esempio agli snobs ed
a
d ile ttan ti che ingombrano, con le loro presuntuose
mi
serie
dipinte, sentite e p a rla ta le mostre, le libreriet
i salotti di tu tto il mondo.
Era nel 1932 che partecipava per la prima volta
alla Biennale Veneziana con il
Giovane con cappelle
nero
ed aveva luogo la già rico rdata sua mostra, cor
Domenico V a lin o tti e Giuseppe Manzone a Napoli
ne ll'a p rile , inaugurata dalle LL. AA . RR. i Princip
di Piemonte, ed a Genova, nel dicemb re.
A ltre principa li opere di que ll'anno sono, un altre
R itra tto di donna V irg in ia Agnelli Bourbon Del
Monte
(che rico rdò a qualcuno la fine trad iz iona lità de
r itr a ttis ti inglesi),
Il giovane in bianco,
numerosi
Pae
saggi del Lago Maggiore, I grandi alberi sul Po,
Pae
saggio
del Melezet
{esposto alla Espos. della Società
Am ici d e ll'A r te ed o ra alla Civica Ga lleria d'Arte
Moderna di T o rin o ),
Il ramo d'azalea
(esposto alla
Espos. della Soc. P rom o trice Belle A r ti) .
Opera questa
« c h e
— scriveva su « La Stampa»
Marziano Bernardi — sto
a testimoniare la capaci:
di questo a rtis ta e la sua fine sensibilità. I due fior
d'azalea dai toni rosati e bianchi, posati delicatamenu
sulla bacinella di porcellana, sembrano appena rein
tanta è la vivezza delle corolle e conferisce un tono 6
leggiadria e di armoniosa musicalità al quadro che pv
in tanta semplicità sa raggiungere i più be lli e sug
gestivi e ffetti ».
Un 'ope ra pe rò * specialmente in questo periodo,
di singolare concezione e realizzazione, rive lerà i!
grado di intransigenza, di impegno, nella imposta*
disciplina d 'u n so lita rio , coscienzioso stud io , a cu>
possa giungere l'A r tis ta : il San
Sebastiano,
in gran
dezza naturale, in cui l ’umanità, il realismo di ur
nudo scrupoloso si idealizzano nelle delicate tonalità
della colorazione e s o p ra ttu tto nella raggiunta mi
stica ariosità, che si d iffonde dalla severa, ben consi
derevole composizione.
Nel 1933 prendeva parte alla Mostra Intersinda
cale di Firenze con un
R itra tto di bambino
(ora alia
Galleria d ’A rte Moderna di M ilano). Mostra neto
quale appunto Ugo O je tti, fra i pochi r it r a t t i notevoli
so tto qualche aspetto da lui c ita ti, ricordava anche
il pallido
e
stupefatto ragazzo d ip in to da Gregorio Calvi-
A lla Esposizione de lla Soc. P rom o trice di q u ^
l'anno figurava la sua opera
II
Po a Torino
(atturf-
mente nella co jlezione d i S. M . il Re).
Dedicatosi poi anche ad una serie di
Na tu re
morti,
a p a rtire ‘da ll'au tunno la sua maggior a ttiv ità en
svolta per la preparazione della già cita ta sua per
sonale. che te r rà , con il Val in o tti ed il Manzoni
ne ll'anno successivo a M ilano.
Non poco pe rò anche il m e rito del Ca lvi, semp*
nel 1933, d e ll'id ea e dell'organizzazione al « F a r o *
la filan trop ica Is tituz ione presieduta da donna V ir
ginia Agne lli Bourbon Del M on te , di quella impor-
I
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