L'IMPOSTA DI CONSUMO SUI MATERIALI PER COSTRUZIONI EDILIZIE IN TORINO
alla generica declaratoria “ materiali da costruzione "
quella di “ materiali per costruzioni edilizie". Que-
st'opportuna aggettivazione toglieva ai Comuni la
possibilità d'esorbitare tassando materiali per costru
zioni navali ed altre, per quanto anche in regime
daziario sia la dottrina, sia la giurisprudenza avessero
già date precisazioni in merito.
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Limitiamo ora il nostro esame alla città di Torino(3)
Già esistevano nel Settecento tributi sui consumi lo
cali a favore dello Stato (imbottato, foglietta, corame
e gabella minuta). Durante la dominazione francese
lo Stato concesse degli ..octro is” (4) al Comune
dietro corresponsione d’un canone agli ospedali e
d'alcuni addizionali al governo; con la restaurazione
lo Stato piemontese riavocò a sè il dazio della Capi
tale in cambio d'un assegno annuo, lasciando aila
città il solo diritto di entrata sui foraggi. Dal 1849
10 Stato, pur gestendolo direttamente, ne corri
sponde il gettito al Comune il quale non assumerà
direttamente l ’amministrazione daziaria se non col
lu luglio 1853 (legge 2 gennaio 1853). In seguito a
lunghe, interessanti e non del tutto inattuali discus
sioni al Consiglio comunale (5) venne in quell'anno
eretta la cinta che durò, salvo qualche ritocco, sino
al 1912. Questa aveva un perimetro ampio assai,
segno evidente dei larghi e previdenti criteri urbani
stici degli amministratori di allora. Si organizzò pure
1 congegno di riscossione che funzionò, nelle sue
linee generali, sino al 1930.
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I
materiali per costruzioni edilizie costituirono
sempre una voce d’imposizione puramente comunale.
Al fini della nostra indagine suddivideremo ia trat
tazione in 4 grandi periodi: il primo dal 1853 al
1910, il secondo al 1910 al 1924, il terzo dal 1924
al 1930; il quarto ha inizio il 1° aprile 1930. I tre
primi periodi si svolsero in regime daziario, il quarto
in regime d’imposta di consumo. Li esamineremo ora
paratamente.
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I.
- All’inizio anche questi materiali, come gli
altri generi, sono daziati al loro passaggio alla cinta,
in base al peso o, come per i mattoni, al numero;
s era persino proposto nel 1853, per motivi di spe
ditezza, di tassare questi in base ai numero di cavalli
impiegati nel traino (0,30 per cavallo), il che aveva
sollevato le proteste di qualche zoofilo avanti lettera,
nel timore che il desiderio d ’evadere l ’imposta spin
gesse qualche conducente ad un eccessivo sfrutta
mento dei nobili quadrupedi.
In questo periodo non s'ebbero variazioni impor
tanti se non nelle aliquote. La direzione del Servizio
daziario, data la grande quantità di materiali che
venivano introdotti e tassati con aliquote alquanto
basse, aveva procurato di semplificare le operazioni
alle barriere riducendo la perdita di tempo dei
conducenti.
II.
- Non appena la legge (1898) permise di tassare
i materiali edilizi a computo metrico il Comune di
Milano se ne valse, e con successo. Ciò rese possibile
di abolire il dazio su molti generi di consumo popo
lare (6). La nostra città continuò, invece, col vecchio
sistema sino al 1910. In quest'anno si attuò la prima
- e la più importante - riforma in materia. La Giunta
municipale in seduta 29-XII-1909 (7) allestì un pro
getto che contemplava la totale esenzione all’intro
duzione dei materiali e la tassazione a computo me
trico con uno schema di tariffa, diviso in 3 parti:
A) tassazione a misura cubica vuoto per pieno (0,80
per me.); 8) tassazione a misura metrica di materiali
vari; Q tassazione di opere sul suolo pubblico e pri
vato. Seguì però una levata di scudi da parte di vasti
ceti che si riputavano danneggiati per cui la Giunta
dovette retrocedere e, con deliberazione del 20 gen
naio 1910, seguita da lunghe ed animate discussioni
in Consiglio comunale, esentava all’introduzione calce
e mattoni soltanto, riducendo l ’aliquota a misura
cubica a L. 0,60 per me. Pietre, marmi, metalli lavo
rati, legnami, vetri ed infissi vari rimasero tassati
all'introduzione con aliquote variabili a seconda del
grado di finimento, allo scopo di correggere la spere
quazione che l'aliquota unica causava fra i vari tipi
di fabbricati.
Col nuovo sistema venivano ad essere colpiti i
materiali provenienti da demolizioni e reimpiegati
in quantità talora notevole in nuove costruzioni. Po
tevano. per contro, sfuggire al pagamento del t r i
buto i materiali impiegati in piccole opere, specie
interne: si deve però osservare che i lavori edilizi
sono facilmente visibili, che oltre al regolamento per
il dazio, sono anche sottoposti a quelli edilizio e di
igiene, e che la correttezza del contribuente torinese
è notoriamente tradizionale; fanno il resto un'ocu
lata vigilanza e, ove del caso, la severa sanzione della
legge.
Col nuovo sistema, che affrancava l ’ingente mo
vimento dei materiali edilizi - parte notevole del
traffico cittadino-, il pagamento del tributo - debitore
del quale si costituiva il proprietario dello stabile -
veniva a coincidere col momento dell’effettivo con
sumo e della posa in opere dei materiali anziché con
queilo del presunto consumo, anche perché il paga
mento veniva rateato alle varie fasi della costruzione
invece di venir del tutto anticipato.
In questo p^frodo, il 2 settembre 1912, venne
ampliata la cinta che incluse quasi tutti i sobborghi
eh'erano andati sorgendo fuori porta e vasti terreni.
Ciò ebbe pure influenza sul gettito poiché entro cinta
non rimanevano che poche aree fabbricabili (8) e nel
forese le aliquote erano ridotte alla metà.
Il colossale ed impreveduto sviluppo industriale
del periodo ’odlko causò una immigrazione fortis
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