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in certo modo le prime opere dei Paulucci; fu il

periodo delle palme della Riviera, dei lungo mari,

dei fronzuti giardini, tutta la serie delle vedute di

Malta eseguite per incarico di quell'istituto di Cul­

tura Italiana, che esposte a Roma nel 1932, ottennero

un meritato successo. Inoltre indovinate vedute di

Venezia (di cui una delicatissima si trova nella nostra

Civica Galleria d'Arte Moderna) e moltissime altre

eseguite in brevissimi spazi di tempo, rappresentano

le prime affermazioni. Ma. di innesto a quei spigliati

«guazzi» che celavano tuttavia sotto la loro appa­

renza un acuto ed accorato sentire, una pittura più

solida e contenuta portava il nostro pittore a realiz­

zare una penetrazione più complessa e profonda della

natura, e porre un ordine più rigoroso ed umano

alla sua opera.

Sono i primi segni di questo rinnovo alcune tem­

pere verniciate esposteallaMostraSindacaledi Torino

del 1931. ed i paesaggi Lungo Po, Baia di San Mfchefc,

esposti alla Biennale di Venezia del 1933.

In questi ultimi tre anni di lavoro assiduo e con­

trollato, le tele del Paulucci hanno raggiunto sovente

il fascino delle opere veramente pittoriche, attenen­

dosi adunanaturale concezione, liberada programmi

stilistici, al di sopra della reale rappresentazione,

completa in molte tele esposte alla 2* Quadriamale

deMt quali qui

H bellissimo e mostrai»

PITTORI DI TORINO ALLA

>

QUADRIENNALE D'ARTE NAZIONALE DI ROMA

infaticabile attività artistica, confermata dagli inviti

alle Biennali Veneziane del 1928-30-32-34, alle Qua­

driennali di Roma del 1931 e 1935, dalla partecipa­

zione a numerose esposizioni sia del 900 italiano a

Milano nel 1929, ed a Basilea nel 1930, alle mostre

organizzate per rappresentare gli artisti della Nuova

Italia a Berna nel 1930, ad Atene nel 1931, a Buenos-

Aires nel 1930, Stoccolma 1931, Oslo 1931, Balti­

mora 1931, a Ginevra 1934, a Basilea 1934, a San

Francisco di California 1934, a Parigi 1934, ecc.

Importanti lavori di allestimento per la « Mostra

del Decennale della Rivoluzione Fascista», la deco­

razione ad affresco in una sala della Mostra d'Arte

Decorativa della Triennale di Milano del 1933, e

numerose altre opere eseguite, attestano la rapida

e sicura posizione, che in breve, il trentaquattrenne

pittore Paulucci seppe raggiungere, e saprà mante­

nere tra le migliori espressioni dell’arte italiana rin­

novata e ringiovanita.

Un estro scintillante, espansivo, un gusto per

l'arabesco e per la trovata brillante, caratterizzarono