Una lotteria mi ss ionar ia a Torino nel 1858
e l’inizio dei rapporti fra il Piemonte e l’Abissinia
L
'opera della Propagazione della Fede, sorta nel
1822a Lione, non fu subito introdotta nel Regno
Sardo: lo stesso Re Carlo Alberto l’ebbe per
qualche tempo in sospetto, e nonostante le vive
premure del suo Ministro, conte Solaro della Mar
garita (I), non subito acconsentì che si potesse sta
bilire nel Regno. Non mancavano, infatti, gli aperti
o nascosti oppositori dell'Opera, che, secondo alcuni,
era solo un mezzo per spillare denari e, per altri,
era persino un attentato alla tranquillità dello Stato.
Finalmente, ai primi d’agosto del 1838, il Re dà
il suo assenso all'introduzione nei suoi Stati del-
l'Opera della Propagazione della Fede, e subito l'Ar-
civescovo di Torino, monsignor Luigi Franzoni, la
raccomanda ai fedeli della diocesi con una sua Lettera
Pastorale (Chieri, 5 agosto 1838). nominando primo
Direttore dell’Opera il canonico della Metropolitana,
Don Pietro Riberi (2). L ’obolo era di un soldo ogni
settimana. L ’Opera ebbe subito larga diffusione in
tutto il Piemonte, ove già nel 1839 si raccolsero
69.438 lire, mentre tutti gli altri Stati italiani insieme
ne raccoglievano appena 129.000.
Il rapido sviluppo dell’Opera della Propagazione
della Fede concorse senza dubbio ad aumentare lo
zelo missionario negli Stati Sardi, i quali all’inizio
della seconda metà del secolo X IX avevano fornito
alle Missioni oltre 600 operai evangelici, che. sparsi
in tutto il mondo, facevano spesso appello ai loro
concittadini a prò delle cristianità loro affidate, e
con le loro lettere richiamavano l'attenzione dei loro
connazionali su paesi lontani e tanto diversi dal loro.
Effetto di tali appelli fu una Lotteria a favore delle
Missioni, organizzata nel 1852 dal Direttore princi
pale deH’Opera della Propagazione della Fede, cano
nico Giuseppe Ortalda, sotto il patrocinio della
Regina Maria Adelaide. Ottimo fu l’esito di questa
prima Lotteria Missionaria, poiché in breve si rac
colse la somma di 10 mila lire, che fu distribuita
alle varie missioni in cui vi erano sudditi di S. M. il
Re di Sardegna, e specialmente a quelle che avevano
inviato oggetti per la lotterìa. Sotto questo aspetto
avevano primeggiato le missioni della Gna.
Lo zelante
canonico Ortalda. non dormì
sugli
allori, e
subito proiettò una lotterìa, più vasta e
grandiosa,
e quindi più proficua per le missioni, per
l’anno
1858.1preparativi e la propaganda per questa
nuova
Latterìa Missionaria cominciaronogià nel 1856.
Si trattava di informare del progetto i 603 missionari
sardi, sparsi in missioni lontanissime, pregandoli a
inviare oggetti caratteristici e interessanti dei paesi
in cui si trovavano, per essere prima esposti, e poi
messi in lotteria, e a descrivere quei paesi, indicando
i bisogni e le difficoltà in cui si trovavano le rispettive
missioni.
S’iniziò, così, un’attiva corrispondenza fra il Di
rettore dell'Opera della Propagazione della Fede di
Torino e i missionari piemontesi, liguri, savoiardi
sparsi in tutto il mondo, desiderosi questi di avere
notizie della loro madrepatria, premuroso quello di
conoscere i loro bisogni per poterli soccorrere. A
questo non si limitarono, come vedremo, i frutti
di questa corrispondenza missionaria.
Nè fu trascurata l'organizzazione della Lotteria
nello Stato Sardo. Il can. Ortalda diede notizie del
suo progetto a tutti i vescovi, pregandoli di invitare
i fedeli a inviare oggetti pe - _wtteria, e di nominare
in ciascuna diocesi una o più collettrici di tali oggetti.
E tutti i vescovi risposero all'appello, seguendo le
direttive dell'attivo e infaticabile organizzatore. Per
l'archidiocesi di Vercelli fu nominata collettrice gene
rale la contessa Della Valle nata Buronzo di Murajt-
zano; per Chambéry, la contessa Irma d'Oncieux e
la baronessa Polissena d'Athenaz; per Novara, la
contessa Teresa Farcito Caccia; per Biella, la mar
chesa Marianna Ferrerò della Marmora nata di Breme;
per Ivrea, la contessa Felicita Balbo nata di Cinzano;
per Asti, la contessa Fanny Gazelli di Rossana nata
Cotti dì Ceres; per Fossano, la contessa Teresa Pes
di Villamarìna ved. Bonin di Robassomero; per Sa-
luzzo, la contessa Carolina Reyneri di Lagnasco nata
Calandra; per Ventimiglia, la contessa Galleani nata
Borea d'Olmo, ecc.
Accettarono l’alto patronato delia Lotteria le gio
vani principesse di Savoia, Maria Clotilde, ch'era
protettrice per ia pia Opera della Propagazione della
Fede, e Maria Pia, protettrice per l'Opera della
Santa Infanzia. Coadiuvavano S. A. R. Maria Clotilde
quali promotrici: S. E. contessa Maria Nkolis di Ro-
biiant, S. E. la marchesa Fanny Millet d'Arvillars,
S. E. la maresdaila baronessa Maria Sallier della
Torre. S. E. la marchesaMatilde Roero San Severino,
S. E. la marchesa Artemisia Brìgnoie-Sale, S. E. la
marchesa Marianna Ferrerò della Marmora, S. E. la
contessa Carolina Solaro della Margarita. S. E. la
be-