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UNA LOTTERIA MISSIONARIA A TORINO NEL 1856

ronessa Tarsilla Manno, la contessa Carolina Villa­

marina del Campo, la contessa Luigia Piossasco None

della Volvera, la marchesa Carolina Boyl di Putifìgari,

la marchesa Giovanna Carron di San Tommaso, la

contessa Gabriella Trabucco di Castagneto, la mar­

chesa Costanza di Castagneto, la contessa Maria San

Martino d'Agliè, la marchesa Costanza Scati di Casa-

leggio, la contessa Carlotta Callori di Vignale, la

marchesa Maria Fossati, la contessa Irene Morozzo

della Rocca, le damigelle Maria Canera di Salasco e

Camilla De Foras du Bourg.

Numerose altre dame e damigelle, appartenenti

alla nobiltà e all’alta borghesia piemontese, savoiarda,

sarda e ligure, prestavano l'opera loro. Ricorderò

alcune casate: Arborio di Gattinara, Asinari di San

Marzano, Balbo. Biandrate di San Giorgio. Garetta,

Bosco di Ruffino, Despine, Duprè, Falletti di Barolo,

Franchi di Pont, Gastaldi, Genina, Gonella, Losana,

de Maistre, Pernati di Momo, Riccardi di Netro,

Richelmy, Scarampi di Pruney, Solaro del Borgo,

Soldati, Thaon di Revel, Valperga di Masino, Pul-

ciano, Cusani di San Giuliano, ecc.

La direzione era formata da gentiluomini e sacer­

doti: Prospero Balbo di Vinadio, ing. G. Barone,

march. Cisa Asinari di Gresy, conte C. L. d’Agliè,

cav. Carlo Dal Pozzo di Mombello, marchese D. Fas-

sati Roero San Severino, conte Pio Galleani d’Agliano,

canonico Stanislao Gazelli di Rossana, per l'Opera

della Santa Infanzia, ten. gen. conte Fabrizio Lazari.

senatore A. Nomis di Pollone, march. Filippo Pau-

lucci, canonico G. Ortalda, per l’Opera della Propa­

gazione della Fede, conte A. Pelletta di Cortanzone,

S. E. il primo presidente conte F. Sclopis di Salerano,

senatore del Regno, Cav. Antonio Tosi, impiegato

al Ministero degli Esteri.

La Lotteria • il Conte di Cavour

La vasta ed efficace propaganda per la Lotteria

Missionaria ben presto richiamò a Torino una grande

quantità di oggetti, non solo da tutte le diocesi dello

Stato Sardo, ma anche dall'estero. E allora si pre­

sentò un grave problema. Le casse che chiudevano

gli oggetti raccolti e spediti dalle varie missioni del

globo, pervenute alle frontiere dello Stato, avrebbero

dovuto sottostare all'obbligo di visite e al paga­

mento dei dazi doganali, con pericolo di guasti per

gli oggetti più delicati e preziosi, e con una spesa

notevole per le missioni.

Il Governo non aveva il potere di liberarle dal­

l'uno e dall'altro obbligo, ma poteva applicare ad

esse l'eccezione voluta dalla legge per tutto ciò che

forma oggetto di collezione, e cosi venne fatto. Il

conte Camillo di Cavour, che reggeva nel 1857anche

il Ministero delle Finanze, dava subito disposizioni,

perchè agli oggetti che dalle diverse parti

mondo

fossero inviati a Torino per la Lotteria Missionaria

venisse applicato, il più largamente possibile, il di­

ritto di esenzione di cui godono gli oggetti di colle­

zione, e prescriveva che nessuna cassa diretta al*

l'Opera della Propagazione della Fede fosse aperta,

senza la presenza del Direttore dell'Opera suddetta.

Ecco la lettera che il Conte di Cavour scrisse, a

questo proposito, al can. Ortalda:

Illustrissimo Signore,

Partecipo a V. S. Illustrissima, in relazione alla memoria da lei

prodotta il 9 p. p. marzo, per ottenere esenzioni doganali quanto

agli oggetti inviati dalle sarde missioni, che la vigente tariffa doga­

nale favorisce le franchigie daziarie nell'importazione degli oggetti

di storia naturale e di curiositi. Ove pertanto considerare si pos­

sano come tali gli oggetti che dalle missioni sarde in remote con­

trade fossero spediti a S. V. Illustrissima, come direttore generai*

dell'Opera pia delle missioni, e che esclusa fosse ogni idea di cr*>

mercio, non hawi difficolti alcuna che vengano rilasciati in esenzioni

di dazio, come appunto avvenne a riguardo delle casse testé giunta

da Calcutta, con che però siano dirette a questa cittì, ove sotto li

vigilanza diretta deH'amministrazione. e mercè il di lei intervento,

si possano facilmente risolvere i dubbi che l'ispezione degli oggetti

potrebbe far nascere sulla loro natura e destinazione.

Torino. 9 aprile 1857.

(N . 445).

Il Ministro

C. CAVOUR.

Il conte Camillo Bongioanni di Castelborgo, diret­

tore generale delle gabelle, seppe molto bene applt>

care lo spirito di questo dispaccio ministeriale, me*

ritando la più viva gratitudine della direzione della

Lotteria.

Il grande numero di oggetti, molto interessanti

per l'etnologia, l'arte e l'industria, che giungevano

a

Torino da tutte le parti del mondo, fece subito na­

scere il desiderio di una pubblica esposizione degli

oggetti medesimi, e il Conte di Cavour vide in ciò

la possibilità di far nascere in Torino un museo etno­

grafico, che. mentre sarebbe stato di lustro alla capi­

tale dello Stato, poteva pure essere una sorgente

perenne di sussidi ai missionari, e perciò nel dispaccio

con cui il Ministero delle Finanze trasmette all'in­

tendente generale della Divisione amministrativa

di

Torino la domanda per Lotteria di beneficenza a

favore dei Missionari Sardi, il Direttore generai»

delle Contribuzioni e del Demanio, cav. Manzo Della-

longa, certo seguendo le istruzioni del Conte

di

Cavour, premette al parere favorevole per l'acco­

glimento della domanda suddetta, queste considera

zioni (Dispaccio 2 luglio 1857, n. 1379):

« Questo Ministero dee ritenere in primo I

che le Missioni religiose rivestono anche il cai

d’istituzione di beneficenza pubblica, come

manifesto da molti fatti e pràtiche delle medesi

di cui abbondano gli annali di esse.

/Per tale considerazione, e per quella

cenza che può riflettere le persone dei regi

missionari, che in numero non minore di 600

vansf nella Cina, nelle Indie, nella Siria, ecc., e

J'u tilità , inoltre, che forse si avrebbe nel far

blica mostra d'oggetti rari e tuttora mal noti,

Ministero ravvisa conciliabili collo scopo dell’*

le disposizioni della legge 10 febbraio

1855,

l'art. 2 della quale, ed in conformità dell'art. 9

relativo regolamento sancitocon reai decreto

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