LA CASA BENEFICA PER I GIOVANI DERELITTI
Non si diede tregua, scosse i cuori apatici, chiamò
a raccolta quanti potevano porgergli mano provvida
ed ebbe amici ed aiuti, ebbe ciò che poteva costituire
la prima base finanziaria. Così il sogno diventava
realtà e la •• Casa Benefica ” finalmente, il 2 luglio
1889 accoglieva i primi dieci derelitti.
* * *
La " Casa
Benefica " era dapprima un umile rico
vero in via
S.
Domenico, un ricovero che giunse ad
ospitare quaranta fanciulli. Oggi è un edificio di gran
diosa costruzione, dai locali spa
ziosi, muniti di tutti i mezzi per
poter procurare ai ricoverati ot
tima salute fisica e sano sviluppo
intellettuale e morale.
Furono le oblazioni, le dona
zioni, i lasciti generosi di grandi
e di piccoli benefattori che per
misero alla istituzione l'attuale
sede e lo sviluppo dell’ opera
caritatevole. Ci fu anzi un mo
mento in cui si sperò che la Casa
Benefica potesse assurgere ad
insperato splendore.
Nel 1892 e precisamente due
anni prima della morte del fon
datore, la Casa fu visitata da
Prospero Loria, spirito bizzarro,
che nato in umilissime condizioni
si era formata una vistosa for
tuna. Il Loria tanto si entusiasmò
dell'idea e dell'opera del Martini,
che nel suo testamento dettato
nel luglio 1892 istituiva la Casa
Benefica erede universale della
sua sostanza, che ascendeva a
dieci milioni, qualora non si fosse
costituita quella Società Umani
taria che era stata il suo grande
sogno. La Società Umanitaria si costituì legalmente
a Milano dopo la morte del Loria e prima che sca
desse il termine fissato dal testamento, cosicché la
Casa Benefica non potè entrare in possesso della
ingente fortuna; tuttavia grazie ad una contesta
zione giudiziale* tempestivamente sollevata, si potè
addivenire ad una transazione che fruttò alla Casa
una considerevole somma, mediante la quale fu pos
sibile acquistare il terreno ed iniziare l ’attuale fab
bricato, che tutti conoscono per la grandiosità della
mole e per la sobria eleganza della costruzione.
E nell’interno della loro Casa i giovani trovano
grandissimi dorm itori, nei quali l ’aria e la luce otten
gono il primo risultato igienico, trovano le ampie
sale di ricreazione, la grande sala da bagno moderna
mente allestita, le cl*« i per lo studio, la saia di let
tura e quella delle conferenze, una palestra comple
tamente attrezzata, una vasta infermeria con stanze
di isolamento, refettori e lavanderìa, un magnifico
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cortile... trovano tutto questo i duecento ricoverati
che vennero accolti nella " Casa ” coi segni palesi
delle miserie patite in ambienti malsani.
Questo è il grande cammino percorso nel giro di
una quarantina di anni; è il prodigio dei buoni!
* * *
Ciò che colpisce subito il visitatore entrando nel
primo bellissimo corridoio, è il numero di lapidi che
ricordano il nome di tanti benefattori e le cifre rile
vanti che nel corso degli anni alimentarono il faticoso
bilancio, permettendo di giun
gere in certe epoche a ricove
rare circa quattrocento derelitti.
Forse nessun'altra opera di be
neficenza per la gioventù, può
vantare una schiera così eletta e
numerosa di anime buone che
vollero considerarla come sentita
da tutti, come quella più rispon
dente alla forma di soccorso che
ognuno avrebbe voluto dare ai
tanti fanciulli orfani e abban
donati che impietosivano la po
polazione.
È quindi un’istituzione pro
fondamente amata, divenuta
oramai familiare ai torinesi; ed
è infatti dolce e amorevole l ’at
teggiamentocol quale i cittadini si
fermano ad ascoltare la simpatica
bandadell’istituto, quando passa
suonando allegre marce.
Fu Agostino Denis — noto
filantropo che lasciò tanto seme
di opere buone — a continuare
l ’opera del Martini.
Nel primo tempo della fonda
zione furono ricoverati soltanto i
giovinetti chepotevanoattendere
a lavoro rimunerativo nelle varie officine della città.
In questa forma adattatissima per formare nei rico
verati il senso della responsabilità e della vigilanza
su se stessi, si trovò sin d'allora un cespite d’aiuto
per il mantenimento dei ragazzi, poiché una parte
dei loro guadagni era ed è a questo scopo destinata.
Accanto alla Sezione dei lavoratori Agostino Denis
istituì quella degli scolari, cosicché fu possibile rico
verare i derelitti dal settimo anno di età e curarne
la loro istruzione inviandoli alla scuola municipale
" V ittorio A lfieri ” mentre i giovani operai frequen
tano la stessa scuola nelle ore serali. Da alcuni anni,
dopo fa scuola elementare, i giovani non ancora
idonei al lavoro frequentano anche la scuola di Av
viamento professionale “ Carlo Boncompagni ” . Esiste ;
inoltre la scuola interna di religione, di musica e di
ginnastica.
La Presidenza dell’Opera fu quindi
raccolta da
Napoleone Leumann, altra nobilissima figura di bene