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U n i n t o p p o a m o r o s o i g n o r a t o d e l l ' A l f i e r i

N

el contributo postumo di A. Baudi di Vesme,

intorno ai «tre intoppi amorosi di Vittorio

Alfieri », pubblicato sul

Giornale Storico della

Letteratura Italiana

(voi. XC, fase. 268-269) a cura di

Federico Patetta, si legge come se anche del secondo

e terzo intoppo amoroso l'Alfieri non avesse lasciato

notizia nella

«

Vita », ugualmente si sarebbero potute

rintracciare notizie da documenti contemporanei.

Non così invece sarebbe stato del primo, di cui ben

poco conosciamo. Tuttavia il Baudi, e giustamente,

mette innanzi l'ipotesi che questo «intoppo olan­

dese» potrà un giorno essere lumeggiato ne' suoi

particolari quando potranno essere pubblicate le let­

tere — se ancora si conservano — dirette in quel

tempo dall*Alfieri al suo amico e confidente il signor

Don José d'Acunha, ministro del Portogallo in

Olanda.

Il Baudi ha saputo però, esercitando intorno a

questo « primo intoppo » la sua curiosità erudita,

se non ritrovare il ritratto della donna amata dal-

l’Alfieri, almeno il nome. Era Cristina Emerénzia

Lewe Van Aduard, nata a Groninga nel 1747e morta

il 12 maggio 1808 nella stessa città ove era nata.

Essa era andata sposa al barone Giovanni Gu­

glielmo Imkof, il cui padre era stato governatore

delle Indie orientali olandesi.

Ma questo non fu il solo amore olandese del-

l’Alfieri: mentre l’Astigiano nel 1770 — due anni

cioè dopo la prima dimora — ritornò per circa due

mesi ad Amsterdam« per rivedervi l'amico d’Acunha,

e bencerto di non rivedervi più latantoamatadonna»

ecco che s'imbatte in un nuovo amore, e vi annoda

«une espèce d’intrigue fort piate» con una donna

che era ben diversa da quella amata follemente due

anni innanzi, e di cui nella « Vita » non faalcun cenno.

Il contributo assai notevole del Baudi mi dà occa­

sione di ripubblicare una lettera dell'Alfieri del 1771,

comparsa molti anni fa su una rivista di provincia,

tanto erudita quanto poco diffusa (I), che sfuggi

alla più parte dei lettori; essa viene a portare luce

su un « intrigo amoroso» oltre a quello dell' «in­

toppo» del 1768.

La lettera da me rintracciata anni fi nella interes­

sante e ricchissima raccolta di autografi del mio caro

illustre e compianto amico comm. Vittorio Scotti di

Milano, cortese e intelligente studioso della storia

del nostro teatro drammatico e musicale, getta luce

su un ignorato amore olandese dell'Astigiano.

La lettera, che si riporta per intero, è, abbiamo

detto, del 1771.due anni dopo l'incontro della donna

ricordata neiia « vita », amore che dcfmóct «a

usi

volgare». In questa lettera —che è pure un’interes­

sante pagina autobiografica — l'Alfieri confessa di

aver amato ben poco questa a noi ignota signora,

che non intendeva la lingua italiana a cui tuttavia

dedicò un sonetto, forse il più antico che si conosca,

che, con intonazione petrarchesca comincia:

Ah, giorno per me funesto e caro...

Chi sia questa donna non ci è noto, nè forse vale

la pena di investigarlo.

Ecco la lettera, di cui l'ultima parte è quella che ci

interessa di più, nella sua grafia originale:

(Refu le 14)

Londres, 10 (gennaio) 1771.

«Votre lettre m’a fait beaucour _ r ,aisir (tota-

lement dépouillé de nouvelles politique, et de refléc-

tion morales sur l'état present des choses. Elle

annonce que son auteur gémissant dans le centre

de la méfiance et de la tyrannie, n'ose pas mime

laisser sop^onner sa fa^on de penser), moi qui vous

ecris au sein de la liberté méme je parlerai en enthou-

siaste et en homme libre, je me sent si fort nè pour

l'étre et j'en sent tellement l'impossibilité, que je

regard la pair des jours que je resterai ici. comme les

seuls ou j'ai ve£ù en homme je me compar a un

coursier fier et superbe qui échappé du manège,

sauté, court et bondit dans une prairie. Sa vivacité.

sa force et sa gayeté sont d'autant plus grandes, que

la duré en est courte. La Princesse D'Ascheons a été

ici deux mois. Elle s'est donnée beaucoup de ridkule

(entr'autre elle a voulu faire une visite sans ceri­

monie a la Reine. Elle a fortement insistè la dessus;

comme on le lui a refusé elle est parti mécontente

des anglois qui d'ailleurs ont cruelment trompé son

atteinte, en ne prenant pasgarde a ses raresqualites,

et ne cherchant pas méme a les déméler d’avoir cet

extenrieur rebutant et honteux.

cAvouez, mon cher ami, que cela annonce une

tète bien peu philosophique. Quant on a assez de

force..., pour mespriser le Roi on ne cherche point

a le voir, ni en publique ni en partkulier et rien ne

designe mieux les tmes nées pour leur obeir que le

folle manie, d'en mendier des distinctions.

« Mon impartialité m'obblige a vous dire qut je

me suis trompé dans mon premier voyage en Angle-

terre. où que les anghis ont furieusement thangés

depuis deux ans. Croirìez vous. que parmi un peupìe,

tei que cdui-ci. l’affront

b it

par l'Espagne à la cou-

ronne d’Angleterre dans l'aftire du Fakkland (2) aye

ftùt la moindre sensation désagréable? On ne s'est

nuiiement ressenti; un ministeire feibte, timide, «t

peu aimé balance sur le parti qu'H deit