UNA SPOSA UNDICENNE: MARIA ADELAIDE DI SAVOIA
I due sposini, mentre ii battibecco non accennàva
a finire, si baciarono tranquillamente.
La Duchessa ne incolpò il Gran Delfino e si ripro
mise di riferire a Luigi XIV quest'infrazione vietata
assolutamente dal cerimoniale.
Il quarto d’ora era trascorso e i cameristi rivesti
rono i due coniugi. Era l’ora delia separazione, poiché
non sarebbero più andati a letto assieme sino a
quando, il matrimonio invece di essere soltanto un
gioco, sarebbe diventato realtà.
La Duchessa di Lude riferì al Re l'episodio del
bacio che tanto l’aveva colpita ed il Re, profonda
mente irritato, diede torto al Gran Delfino, e pre
scrisse che il Duchino di Borgogna si recasse ogni
quindici giorni solamente, a fare una visita di rigore
alla sposina.
Il Duca di Berry, fratello del Delfino, dichiarò che
il torto era dello sposo, poiché se egli si fosse trovato
al suo posto avrebbe fatto ben altro!
La piccola Duchessa di Borgogna era graziosa e
biricchina. Aveva una vivacità, un’irrequietezza che
portava una nota viva negli ambienti che ella frequen
tava. Era tutto brio, tutto moto, tutta vita. Cammi
nava con una grazia affatto sua, correva che pareva
volasse e le sue risate argentine destavano allegria
in chi le sentiva. Anche la Maintenon ne fu conqui
stata e scriveva così di lei:
« Questa ragazza è un prodigio; essa sarà la gloria
del suo tempo ».
Il vecchio Re ne era entusiasta, ogni giorno la
voleva, se non c'era, strepitava e le perdonava tutti
gli scherzi, tutte le burle, diventando con lei così
benevolo, così indulgente da guastarla.
Le grandi dame trovavano di pessimo gusto che
il monarca francese si abbandonasse a certi scherzi
con la Duchessina e non sapevano caoacitarsi che egli
si assoggettasse a tutti i capricci e alle fantasie della
piccola despota.
Il Duca di Borgogna amava la sua giovane e bellis
sima sposa; ma ella non lo ricambiava se non con una
sincera amicizia.
Veramente il nipotino di Luigi XIV mancava di
ogni attrattiva fisica. Non era affatto bello e cre
scendo negli anni, una spalla andava incurvandosi
al punto da farlo sembrare gobbo e costringerlo a
zoppicare.
Il nuovo precettore che surrogò il Fenelon, col
suo sistema di rigida onestà ed osservanza dei buoni
principi, colle continue letture edificanti o religiose,
fece del Duchino di Borgogna un eremita che poco
amava i divertimenti e preferiva alla vita mondana,
la meditazione.
Invece la sua vivace consorte si annoiava col marito
ed amava le feste, i banchetti e i balli elegantissimi
di cui non si mancava a Corte. Fino al giorno in cui
fu veramente consumato il matrimonio, la Principessa
si assoggettò ad una certa disciplina; ma in seguito
cominciò ad agire come più le talentava, senza darsi
gran pensiero di suo marito, rassegnato e placato,
nell'attesa che Iddio le toccasse il cuore e l'inducesse
a ritornare, come ad un posto sicuro, nel suo piccolo
nido tranquillo e riposante.
Molti corteggiatori la circondavano: però non era
facile a lasciarsi prendere, perché
— ...telligenza
pronta ed il tratto di spirito non le mancavano mai.
Fra tutti gli spasimanti, tre furono i più fortunati:
Nangis, Maulevrier e l'abate di Polignac.
Nel 1710 la bellissima Principessa, fra piaceri e
distrazioni, era diventata la più pregiosa gemma della
Corte francese e la profezia della Maintenon si era
avverata.
Essa aveva conquistata a Corte una tale posizione,
che il Re non aveva esitato ad affidarle il governo della
sua casa e la disposizione di tutte le cariche vacanti,
fiducia questa, di cui non aveva neppure degnata la
defunta Regina.
Nel palazzo di Versailles, all'ingresso dei grandi
appartamenti della Regina, uno stupendo ritratto di
Maria Adelaide di Savoia s'affaccia e sorride. Non
credo che si potesse scegliere una Principessa più
squisita e più leggiadra, per fare ai visitatori gli
onori di casa.