GIOBERTI E LA SCIENZA DELLA NATURA
berti avesse osservato, ad esempio, le piante della
flora ruderale, le quali invadono con una energia
singolare certi tratti di terreni abbandonati ed
ingrati a qualunque altra vegetazione? Od, infine,
come quando afferma che « la natura obbiettiva ci
presenta un complesso di cose, in cui si veggiono
messi in opera molti di quei principii che sono im
pressi nel nostro intelletto e nella nostra ragione:
così, p. e., la natura non va per salti, ma tutto in
essa è in ordine a gradi; questo conforta per parte
Kant». È il solito aforisma caro a Linneo, che lo
aveva mutuato da Leibniz.
Piace poi ricordare come negli spogli delle sue
letture non lasciasse inavvertita la scoperta rigoro
samente definitiva della circolazione del fluido nella
Chara vulgaris,
fatta nel 1814-18 dall 'Amici coll’aiuto
del microscopio dal medesimo perfezionato: Gio
berti lo citerà a titolo d’onore nel suo aureo
Primato,
nella quale opera aveva reso omaggio, colle seguenti
parole, ai più cospicui ingegni italiani, che in quegli
ultimi anni avevano illustrato
l'amabilis scientia.
«La storia delle piante è descritta con vastità
di dottrina e sagacità d'analisi dal Bertoloni, dal
Moris, dal Gussone, da Gaetano Savi, da Luigi Colla,
dal Tenore, dal Denotaris, dal Balsamo, dal Vittadini,
dal Garovaglio, dal Moretti e da quella gentildonna
romana, in cui la poetica fantasia degli antichi avrebbe
creduto di raffigurare la dea dei fiori discesa a rive
lare il magistero ed a diffondere lo studio fra i mor
tali. Il Meneghini ed il Gasparrini sono autori di pre
giati lavori sulla fisiologiadei vegetabili, nellaqualeGian
Battista Amici levò sommo grido anche fuori d'Italia
così per la copia e singolarità dei trovati come per
avere, ad esempio di Galileo, creato egli medesimo lo
strumento scopritore di pellegrine meraviglie ».
Chiarissimo botanico della scuola Linneana il Ber
toloni, che, primo, dopo la riforma del grande sve
dese, osò descrivere fondo a fondo tutto l'universo
delle piante italiane; chiarissimo il Moris, che ringio
vaniva la ^sistematica al soffio vitale di criteri di
modernità, così nella critica come nella descrizione
delle forine vegetali dandone un preclaro saggio nella
classica sua
Flora Sardoa
(1837); e chiarissimi: il meri
dionale Gussone, illustratore della flora siciliana;
Michele Tenore, napoletano, per le piante partenopee;
Giuseppe Denotaris, per la fiora ligure; il lombardo
G. Balsamo Crivelli, per le Briofite; il Vittadini, emi
nente micologo; il comense Garovaglio dei Muschi
e Licheni studiosissimo; il pavese Moretti, distinto
sistematico; il modenese Amici, sagace perfeziona
tore del microscopio; G. Meneghini, padovano fisio
logo; Gasparrini, meridionale, istologo; e, quanto alla
gentildonna cui perifrasticamente si allude, è tacile
identificarla nella signora Elisabetta Fiorini-Mazzanti,
che lasciò bella memoria di sè nella botanica italiana
colla suaflorula delColosseo,ecoisuoistudisuimuschi.
E così Gioberti univa i migliori rappresentanti
delle varie regioni italiche e quest* offrivano in un
unico serto composto dei fo ri delle loro flore
l'omaggio dell'Unità italiana simboleggiata da quei»
unità botanica che, se pur comprende regioni fìto-
grafiche fra di loro disparatissime, tuttavia permette
di scorgere con evidenza i termini di passaggio fra
l'una e l’altra e le forme vicarianti riaffermanti nella
loro varietà la continuità sboccante in un'unità na
turale. (È la varietà creata dall'unità indivisibile di
Gioberti, vista più sopra).
Questa magnifica flora italiana, cioè di tutto il
paese le cui acque scendono dalle giogaie alpine,
dalle propaggini dalmatiche, e dall'Appennino, sfo
ciando nei due mari, unitamente alle grandi isole
geologicamente formanti la grande terra Saturnia,
raffigurava nello spirito degli scienziati del classico
Risorgimento il concetto di Patria Italiana integrale,
che i Botanici nostri, anche nei tempi difficili della
nostra storia'nazionale, sicuri ed apertamente pro
clamavano in termini non equivocabili nei loro scritti
ed in quei famosi Congressi degli Scienziati dove,
all'ombra della scienza ed in virtù di essa, si prepa
rava il fermento nelle nazionali aspirazioni (47).
Il compianto Giobertista Prof. E. Solmi scrisse
che « nessuno comprese, meglio
..erti, l’im
portanza delle scienze come momento essenziale della
Filosofìa», aggiungendo: «Chi non vede che i disco
primenti anche più piccoli, che si tanno nelle scienze
fìsiche, conferiscono a farci conoscere le leggi gene
rali. cioè l’intelligibilità ed il pensiero cosmico?».
E quanto è vero! Ormai, son le cose immensamente
piccole, che fanno progredire in modo insperato le
scienze fìsiche e quelle della Vita; il microscopio ne
è lo strumento, il ragionamento dialettico sui reperti,
la riduzione a verità. Tutto adunque è degno di studio
e di rispetto nel campo sterminato della natura e
agli scettici spiritosamente Raspail lanciò il suo mo
nito: « Il n'y a de petit dans la Nature, que les petits
esprits ». Ebbene queste innumeri piccole cose hanno
anche operato il necessario accostamento delle varie
scienze per l'interpretazione totalitaria del Cosmo.
Gioberti, attraverso il paziente costante lavoro
delle suefeconde formidabili letture e col suometodo
di chiosare continuamente le letture stesse, ci di
mostra che lo studio della Natura spalanca all'intel
letto orizzonti la cui vastità si apprezza sol quando
l'uomo si affaccia, anche timidamente come lo scri
vente, alla contemplazione del Creato: di più egli
ci presenta quel metodo didattico dialettico, che è
tanto utile nelle discussioni dottrinali e nella medi
tazione critica sui fenomeni naturali, come del resto
in qualunque altra forma d’attività dello spirito.
Ebbene, se anche nella mia esposizione su tant’Uomo
non son riuscito che a «male tomatos incudi reci
dere versus», questi insegnamenti del Gioberti, per
la sua stessa autorità, non andranno perduti) Co
munque agli studiosi di Biologia non riesca disgradito
scorgere come chi onorò la sua Patria in tutt'altro
campo, abbia saputo amare la scienza deH'Universo
Cretto, se non proprio leggendo direttamente nel
gran libro della Natura, quanto meno »
dei più significativi, naturalisti del suo
.
■-
•