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I) ,1 (t decumano » e dal » cardo ». ingranditisi a for­

ni

rr

arterie, germogliano, a guisa ili rami da un

Ir no robusto. Ir vie accessorie die stendono i loro

n iri ciliari e diritti come squilli di tromba tra i pa­

la//i rimpiazzanti vittoriosamente le tende; in luogo

ili

ir

palizzate castrensi s'adergono ferrigne le mura

ipuilrangolari r turrite; s'innalzano il pretorio, gli

rifilici

pubblici, i templi: l*« oppido », o città forti-

lir.ita

dei romani,

è

nata dal grembo fecondo della

Irrra

pedemontana, al tocco taumaturgico della

mano

divina del discendente d'Knea, come un fiore

ili

marmo, di pietra e di laterizio.

Il in o<:ui dove, su tutto e su tutti, sugli uomini vivi

r -ulle cose inanimate, sui visi angolosi e adusti

tirile \igili scolte cbe percorrono, con le armature

coperte dalle giornee, i cammini di ronda, e sulle

ma'cliie torri poligonali, sui porfidi, sui travertini,

Millr >elci, .«ulle colonne, sugli archi, sulle costru­

zioni sontuose quanto sulle umili abitazioni in mat­

toni rossastri, sta l'inconfondibile marchio della ro­

manità.

Anrbe demograficamente la città si romanizza: dopo

l'infausto assassiniti dell'epigono di Romolo, i

Triumviri vi inviami un nucleo di cittadini quiriti

rlir in memoria del grande scomparso, assume il

nome di «Colonia Ju lia Taurinorum». Di conse­

guenza il luogo assurge alla dignità di « municipio ».

In seguito Augusto, il secondo fondatore dell'im ­

pero. seguendo anebe^in ciò l'oculata politica del

'ilo predecessore, prodiga nuove munifiche cure

alla recente figlia deU'Urbe e vi deduce un'altra

aliquota tli genti romane che acquisterà, per sè e

prr la città, la denominazione duratura di « Colonia

Julia Augusta Taurinorum».

All'epoca augustea si fa risalire quella che oggi è

volgarmente detta « Porta Palatina» e che era, per

la Torino romana, la « porta principale destra ». È

mio dei pochi monumenti del suo genere del mondo

romano o romanizzato che si trovi in istato di quasi

perfetta conservazione. Anzi non v'ha in Italia nè

all'estero, a prescindere dalle superbe porte di San

Piolo e di San Sebastiano in Roma, altro simile

edificio che possa vantaggiosamente reggere al suo

confronto: neppure la pur magnifica veronese Porta

i Borsari, cui nuiwe l'assoluta assenza, attual-

n rute, delle torri laterali, o quella a Migra » trevi-

r

'lise,

inuneschinita dai fornici numericamente,

r «me pure le finestre degli ambulacri per le scolte,

inferiori, o quelle di Pompei, di meno grandiosa

bruttura, di Aosta e di Nimes, a un solo ordine,

urbe quest'ultime sprovviste di affiancate difese.

Mirabile è l'apertura delle quattro arcate terrene

•lue pei veicoli e due pel transito pedonale), cui

'o\rasta un paio di non meno belli, nel loro sobrio

decorativismo, ordini tuscanici di paraste che inseri­

amo, nei tratti di cortina interposti, una duplice

teoria di finestre — in serie di nove — a pieno cen­

tro

in basso e, alla sommità della fabbrica, archi­

travate.

I- edificio, come ora lo vediamo. benché imponente,

C— r» O ttaviano A f U l II pot oo«lat r o 4olla colonia - folla Taurinorum M

è, tuttavia, meno elevato di quanto non fosse ai

tempi del suo splendore.

Infatti constava allora, sia per le torri che per il

muro interposto, d'un piano in più di quelli ora

conservati. La parte centrale, inoltre, presentava

una merlatura analoga a quella dei lati.

Le aperture superiori, che oggi sembrano mera­

mente ornamentali, avevano, in origine, la funzio­

nale incombenza di dare aria e luce alle stanze adi­

bite alla guardia, comunicanti, queste, cogli archi

deambulatori della cinta muraria. I fòrnici maggiori

e minori, ostruibili con cateratte (o saracinesche),

sfociavano in un cortiletto tripartito di sicurezza o,

latinamente, « cavaedium ».

La porta rappresentava, insomma, più che un sem­

plice adito urbico, un fortilizio ed una caserma.

Cronologicamente all'incirca ad essa contemporanee

dovevano essere le altre tre entrate — non tenendo

conto delle trascurabili brecce aperte più tardi nelle

mura a causa del crescente traffico — della città dei

SI