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Opere minori ili rafforzameli tu fere costruire ester-

nameiite tra riti le ridotte di \ auchiglia e quelle

di i \ alentiiio le quali ultime venivano a costituire

un'opera avanzala a protezione verso il Po. il quale

veniva rosi a far parte come elemento di difesa.

Olire il fiume ere»» una vera lesta di ponte con ba­

luardi che abbracciavano tutto il monte dei Cap-

(Miccini, comprendendo il forte che

mi

esso esisteva

e che dominava la (lillà.

Miri fortini furono coMruiti Milla collina.

Le nuove fortificazioni unitamente alla Cittadella

Mibirouo un cidlaudo durame il primo assedio del

1706

e.

indubbiamente, olire che al valore dei

pochi difensori, la lutila e vittoriosa resistenza è

dovuta anche alla saggezza con cui le

opere

furono

concepite e

coMrulle.

Monumento insigne dell'arte

fortificatoria italiana.

\ irli* di principi

e

fedeltà di popolo raggiunsero

la vittoria decliva nella memoranda battaglia in

cui gli eserciti di Vittorio Amedeo II e di Eugenio

travolsero in fuga disordinata il potente esercito

del Duca d'Orléans

e

del Maresciallo I.a Feuillade.

\ erso la fine del secolo

x v iii

sotto il

remilo

di Carlo

Kmanuele III durante il quale vennero proseguite

le opere di abbellimento e nuove costruzioni, nes­

suna trasformazione od anim ila venne apportata

alle strutture fortificate della Città: cadde ancora

una notevole parte delle mura romane, di cui già

nel 1701 era stata murata la Porta Palatina, sosti­

tuita con un'altra delta di San Michele.

variazioni

esse

subirono sotto il regno di V it­

torio Amedeo III.

Pochi anni dopo la sua morte e l'avvento di Carlo

Kmanuele l\ nuovi eventi maturavano in conse­

guenza della Rivoluzione Francese.

Il re era costretto ad abdicare e

1*11

dicembre

1798 veniva eretto in piazza Castello l'albero della

libertà.

Seguì l'assedio degli austro-russi che il

20

giugno

1799. dopo il bombardamento e l'incendio della

Cittadella in cui i francesi si erano asseragliati, en­

trarono nella Città.

Ma fu vittoria effimera; Napoleone tornato dal-

I Egitto e occupata Milano sbaragliò a Marengo gli

austro-russi ed il 22 giueno 1800 entrò in Torino.

Con decreto 4 Messidoro a. vili (23 giugno 1800)

ordinò la demolizione delle fortificazioni e subito

caddero, con le porle principali, tutti i baluardi

•■levati attorno; rimasero la Cittadella ed i bastioni

di San Giovanni e Santa Adelaide a mezzogiorno

che diedero poi origine al giardino dei Ripari;

quelli di Sant'Ottavio ( Rastion \ erde). San Lo­

renzo. San Maurizio e San Carlo a notte.

I.a municipalità in data 30 Messidoro a. vili ( 19 lu­

glio 1800) stabilì che

«dovendosi

a nonna della

requisizione del Generale Comandante provvedere

giornalmente

1200

uomini muniti di picco e pala

|>er travagliare alla demolizione delle fortifirazioni.

lutti i proprietari di casa e per essi li loro agenti,

procuratori generali /d amministratori, dovessero

mandare, a cominciare dal 21 luglio un operaio con

attrezzi alle ore I e mezzo per iniziare i lavori di

demolizione secondo le istruzioni d e ll'l fliciale del

Genio incaricato ».

Così ebbe termine la vita di Torino come piazza­

forte. Khhe ben presto una nuova espansione edi­

lizia fuori di quelle opere fortificale che erano state

per tanto tempo presidio alla sua libertà.

L opera di demolizione dei bastioni, ormai inutili,

proseguì per lasciare posto a strade e fabbricati

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