

SORGENTE
VINO E OCRA
Alla sorgente dell’ore vicina
«(tornante du un allontanarci d'angeli
che lanciano rosi che il ciel si faccia
azzurro e nello spazio si consoli
stella di nostre misteriose sere.
Han lanciato rosi chr i dolci fiori
terrestri si rinfranchino nell'onda
delle lacrime ardenti dei mortali,
e siano viste le |>overe gioie
degli anni, dentro gli occhi che ricordano.
Oh i deserti d'azzurro, quando il tem|Mi
scandisce le perdute implorazioni
di chi non sa infinito il suo soflrire:
solitudini d'anime travolte
dall'attesa di giorni inavvertiti.
Donna che a me t'avvicini e ricanti
le manie d'un eterno incominciare!
Come il chiaror dei cigli è nell'odore
chr li cinge invisibile, il tuo volto
è nella gioia del lieve sorriso.
I n dolcissimo nascere che il tempo
non conosce, lo «guardo non insrgur.
e stanca il cuore di gioia prrsrntr.
LUIGI FALLACARA
UM I L T À
Fa, Signorr. ch'io viva umilr r scuro
nrl mio bozzolo d’ombra, a somiglianza
del solitario alato drl cipresso.
Questa luce m'abbacina: dilaga
si chr mi par non la contenga il giorno
tra Ir distanzr più sfinite, dove
cirlo marr diventa e terra cielo.
Dammi mezzombra a carezzarmi gli occhi,
labile: come quella che si sfalda
dai paradisi cenili. Ir srrr.
quando gli angrli vanno fra gli ulivi
a raccoglimi un verde di rintocchi.
Non la gloria ch'e un'ora di mrriggio
r schianta nelle sue piene di lume.
Dammi buio chr addicasi al mio pianto.
Dammi che il pianto sia lavacro al cuore,
e la forza d'accogliere, o Destino,
umile, la mia parte di dolore,
come l'erba la pioggia, a capo chino...
ELPIDIO JFNCO
Più lucente là esorbita la stella
di passione, più amara sopra i fondachi
di |>erla in una nuvola acquirscrnte
la città dell'amata s'arrovella.
F. ciascuno di voi sentitamente
solca il gelo d'un vento fatto inerme
aliteli voi onde fu caro il marmo
nella serenità delle leggende.
Torna in cielo il sorriso, ma già eterna
la vedova di sé avvolge le tornite
|>er le campagne spente, un corno suona
le cacce sulle alture «tve s’imperna
la luna. F voi tenere, voi anguste
essenze della vita! .Nel tepore
dei lattici notturni esita il vento
cercandosi nel solco delle aduste
Orse d'un tempo. K là lungo invisibili
pianure e lo sfarzo dei torrenti
discorrono cavalli forsennati
e presso l'onda annusano le nuvole.
MARIO LUZI
LA FOGLIA
Sulle freddolose «palle dell'autunno
cade un foglia gialla:
un attimo e si fa silenzio in petto:
verde era un giorno e viva in rima al ramo:
sorella degli uccelli che cantavano
del sole che splendeva
dette un colore al vento
un'ombra a chi passava
non veduta fra mille essa era una.
Anche noi forse fummo verdi un giorno
come la foglia
e col suo muto tocco essa ci dice:
tu mi stimigli, affrettati, l'inverno
batte alle porte:
oggi me te domani spiccherà
dal ramo della vita
il vento della morte.
NICOIJ^ MOSCARDFLLI
UN GIORNO FORSE IDDIO
Un giorno forse Iddio *
riguardando al mio deluso
amore di conoscenza
mi toccherà, ed io
nascerò un altro.
Bene sceraere da Male
sarà facile come acqua,
ma i segreti che ieri
stancavano la mia sete,
chiari a vista purificata
appariranno, e moti e guizzi opachi
di fumicosi cuori,
netti esatti come il fondo
mirino quando in amore
i pesci scherzano e vispe code
battono Taighe.
Candore e trasparenza
ogni cosa ai miei occhi.
Intenderti linguaggi
d’erbe fiumi uccelli e stelle.
e il sonno delle pietre,
e il riso puerile
dei ruscelli, e l’oscuro
andar di nubi su lampante luna.
Ragionevole armonica piana
ogni cosa ai suoi occhi,
e i misteri d’icri
aperti come la melagrana
matura che si spacca
e pei labbri divisi ostenta
l'intimo cuore.
ANGIOLO SILVIO NOVARO