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RASSEfìXA IH POLITICA ESTERA

F U O C O S O T T O LA C E H E B E

K sempre pericolosamente aperta la questione ceco­

slovacca. I-. diciamo ceco-slovacca. e

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minoranza tedesca in Ceco-Slovacchia. |»**rrlit* il

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<- mutando. Il problema

della minoranza si complica con quello dell indi­

rizzo

stesso

della politica estera ceco-slovacca.

Il piccolo Stalo che « incunea nel territorio tedesco

fu definito la na\e portaerei d e ll'l . R .S .S . contro

la Germania. F. un fatto che la solidarietà della Ceco­

slovacchia col «interna ddl'allcanza franco-russa è

pi il solida elle mai. e non semiira che deliba rallen­

tarsi. Mentre «ili altri Stati della Piccola Intesa «i

sono andati staccando a poco a poco dalla l'rancia

per effetto delle

possibili

conseguenze della sua al­

leanza con la Russia. la C.eco-Slo\acchia vi è ri­

masta fortemente attaccata.

È uu atteggiamento che ha la sua logica. I.e Ceco­

slovacchia è il più artificiale dei piccoli Stali sorti

dalla guerra mondiale con la disintegrazione del­

l'impero austro-ungarico. K il più composito, e

quello iu cui il nucleo nazionale dominante è meno

prevalente, fi lo Stato che per \i\ere tranquillo

aveva bisogno più «Fogni altro di prendere «ili serio

gl'impegni assunti sul trattamento delle minoranze.

La sua costituzione doveva essere simile a quella

svizzera, e la «uà politica e*tera doveva e*sere di

assoluta neutralità. I.a Ceco-Slovacchia non ha vo­

luto acconciarsi ad una parte

così

modesta, e per

molti anni è stata uno <iei Paesi più attivi iu quella

politica intrigante della Piccola Intesa, che faceva il

gioco della Francia per l'accerchiamento e la com­

pressione permanente della Germania.

Ognuno dei Pae«i della Piccola Intesa ha avuto l'il-

lusione di essere una grande potenza per e»»ere

parte di quel raggruppamento: la Ceco-Slovacchia

più rigidamente degli altri. Casi rigidamente da non

trovarsi spiritualmente pronta a rettificare le sue

posizioni quando col formarsi della potenza del

Terzo Reich. il costituirsi deH'Impero Italiano e il

sorgere dell'asse Roma-Berlino s'imponeva una po­

litica più conciliante verso la Germania e più libera

dai ledami con la Francia. Cosi ora la Ceco-Slovac­

chia si trova a tu per tu con una Germania risoluta

e potente, con la quale è iu contrasto per una que­

stione di minoranze che tira dietro di sè l'esigenza

di uu atteggiamento diver»o «la quello finora tenuto.

Non è troppo tardi per la Ceco-Slovacchia il darsi

ora la uarte che avrebbe dovuto assumere fin dal-

I

inizio della

sita

vita di nuovo Stato. Soltanto che

bisogna darle il tempo necessario per poterlo fare

con dignità, senza cioè aver l'aria e subire l'um i­

liazione di doverlo fare sotto la pressione degli av­

venimenti. Se la Germania avrà tatto e pazienza da

rendere possibile questa lenta soluzione, avrà reso

un grande servizio alia causa della pace.

La Francia e l'Inghilterra hanno lasciato chiara­

mente intendere che non ammetterebbero una so­

luzione di forza, da cui la Ceco-Slovacchia Usci­

rebbe soccombente, e in seguito a cui cesserebbe

probabilmente di esistere come Stato effettivamente

indipendente. Ma hanno fatto passi a Praga per in­

durla a fare concessioni alla minoranza tedesca,

tutte le concessioni compatibili col sopravvivere del­

l'indipendenza. Nel fermo atteggiamento ceco-slo­

vacco. c’è chi vede della spavalderia, quale può na­

scere nel debole che sa di avere le spalle coperte,

o il desiderio di trarre partito da più vaste compli­

cazioni che potrebbero nascere da un momento al­

l'altro. Ci può essere del fondamento anche in que­

ste supposizioni, ma pare più verosimile l ’ ipotesi

che la Ceco-Slovacchia miri almeno a salvare le ap­

parenze. e ad avviarsi ad un’epoca di neutralità e

di raccoglimento senza parer cedere ad imposizioni

interne od esterne. F. un'e»igenza che «i deve capire.

La posizione di questo Paese potrà diventare simile

a quella del Belgio e della Svizzera, ma non può

diventare tale di colpo. Il «mi interesse è di rima­

nere iu pace con tutti i vicini poiché da una guerra

non avrebbe altro profitto che quello di diventare

teatro di operazioni militari.

* * *

Le trattative franco-italiane sono in fase d'attesa.

Il motivo di questa pausa è stato accennato dal Duce

nel discorso di Genova: è l'opposizione di vedute

circa il conflitto spagnolo. La Francia vuole la vit­

toria di Barcellona, noi vogliamo la vittoria di

Franco. Alla vittoria di Barcellona è facile che or­

mai nessuno creda più. nemmeno in Francia, ma

persiste in ipiel Paese un proposito di guerra di lo­

gorìo da cui la Spagna nazionalista dovrebbe uscire

prostrata e incapace ili appoggiare tendenze ostili

alla politica francese. F. evidente che fin che dura

un tale stato d'animo sono impossibili trattative che

conducano a migliori rapporti coi nostri vicini di

occidente. I quali hanno aderito alla proposta di

ripri'tinare il controllo sui Pirenei. Ma questa sto­

ria dei controlli «i «a che vale poco: il Comitato di

Londra per il non intervento è sempre stato pra­

ticamente incapace di agire. F quanto alle tratta­

tive. se la Francia non ha premura neanche noi ne

abbiamo. Del resto, malgrado tutto ciò che si af­

ferma ufficialmente nei Paesi democratici di non

badare alle forme di regime, c'è poco da far conto

sulle buone intenzioni Hella Francia, fin che il suo

Governo è vincolato ai social-comunisti.

BERNARDO CIOVENALI

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