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■Dio; incutono brividi le rovine di castelli, sepol­

creti, grotte, come quella in cui piace sepolto « in

mugico sopor » darlo Magno che implora una grazia :

Signor Iddio, mi M-ampu dalla vita!

.Naturalmente in questo montiti desolato neppur l'a ­

more può avere potenza rasserenatrice : le donne o

Mino adultere o sono care morte che affannano col

ricordo l'anim a del poeta.

Ileu poche e pallide illusioni trovano luogo iu que-

>to primo canzoniere.

li quale però non è tutto pensiero, desiderio, ter­

rore di morte. Impeti di ribellione, di rivolta erom­

pono dal cuore: alcune poesie sono animate tla una

volontà prometeica — si legga « U b ris » — e in

« Febbri titaniche » il cantore della tt disperata va­

nità tlel mondo» giunge a sperare l'immortalità; in

« Fstasi arcana ». in tt Estasi amorosa » il cuore che

sembrava pietra si apre, si intenerisce : la virtù d 'a­

more ha operato il miracolo. Sono tutte voci che

mostrano che nell'intimo c'è lotta tra la ragione

stretta nella morsa del positivismo che non sa ab­

brancarsi ad àncora di salvezza e il sentimento che

brama qualche illusione ristoratrice e nega la morte

dello spirito e afferma l'immortalità deU'anima e

dà voce all'organo di una chiesa.

Molte liriche di tt Medusa » troppo insistono sul me­

desimo tema e riescono monotone; spesso il dolore

non ha trovato un'espressione armonica, composta,

ha qualcosa di turgido, fragoroso, barocco: ina

v hanno liriche in cui il mondo del poeta è confi­

gurato in immagini belle, vigorose, in musiche da

inculiti con suggestive risonanze, cupi suoni di rime

rinterzate, scaltrezze stilistiche di grande originalità.

Se già nell'ultimo dei tre lib ri che compongono

« Medusa » affiorano motiv i nuovi non aduggiati da

spiriti lugubri e il poeta riesce a staccare gli occhi

«la un unico spettacolo e guardare attorno; meno

personale e tetro, più oggettivo e sereno è il pessi­

mismo di tt Dopo il tramonto », il secondo canzo­

niere; pessimismo che ama esprimersi in bizzarre e

paurose fantasie di ispirazione romantica. Talora,

Iu natura tranquilla commove lo spirito tormentato

dei poeta, che in « Ricordo di Bordighera », fra un

tripudio di mare, di cielo, di brezze, di odori, di

ni irmuri che vengono dalle palme flessuose al vento,

»i >ente tremare sulle labbra il riso, si

... «ente in rupia giù dagli occhi il pianto.

Ma, «trasmutabile per tutte guise», il poeta subito

dopo, r cordando il tempo passato, prova l'impres­

si' ne di essere già vissuto migliaia d'anni, si sente

avvinghiato da un terror gelido e muto al pensiero

di dover fon* vivere in eterno

tersu con cui termina la breve lirica « Breve la

vita? ».

il terzo canzoniere « Le Danaidi » è intessuto di no­

stalgie, di rimp ianti: alle note tristi si alternano,

più frequenti, quelle soavi. V i «ono anche «cene

macabre : « L a caccia disperata », a La carica not­

turna ». « La danza dello scheletro » (che tanto aint*

remino sentir u d ire » da un Ruggeri) che sono rap­

presentate con maestrìa, con vera felicità di stile.

Certo il Poeta dovette squisitamente godere creando

quelle raffigurazioni. Beati i poeti che possono col

dolce canto disacerbare il dolore!

In tt Le Danaidi» è ( ( L ’ultimo viaggio di Ulisse»

che piacque ad un poeta, il Pascoli, che amò il

G ra f; spunta il fiore del sorriso non acre; sono so­

netti di bella fattura di cui si fregiano le antologie

che vanno per le scuole e che hanno costretto alla

lode i critici più ostili. Citiamo: «Sonetto di prima­

vera », « Sonetto d'autunno », « La rosa morente »,

« I l flauto notturno», « Notte di luglio».

Dtipo alcuni anni di silenzio un canzoniere intito­

lato « Morgana » e un romanzo « Il Riscatto » fanno

pensare che il Poeta sia uscito fuor dal pelago alla

riva. Si volge ancora qualche volta al mare burra­

scoso, è ancora avvinghiato da ricordi tristi ma a

tratti pare che voglia prendere confidenza con la

vita, si sente finalmente salvo: il dolore si

di

malinconia,

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priva tli soavità, la natura si fa

sempre più ricca di allettamenti: ora sono prati fio­

riti ove si passeggia con le belle, ora è Venezia che

il Poeta benedice perchè gli fece conoscere l'amore,

o Napoli piena d 'in canti: e rose e primavere e tenui

amori... È cantata persino la speranza, la grande

confortatrice degli umani. « Dulcia, tristia», titolo

di una poesia tli « Morgana », potrebbe fare tla sot­

totitolo a tutto il volume che ha, tra l'altro, due

liriche, « Svago innocente » e « Passeggiata d 'au ­

tunno », che sono semplici e perfette rappresenta­

zioni dello stato d'animo sognante del Poeta placato

dalla pace della campagna innocente, avvolto in

un'aria di sogno e d'incantesimo. Il G raf ha creato

un paesaggio pieno di silenzio e di mistero.

È augurio di più sereno d ì?

« Il Riscatto » narra la storia di un'anima che dalla

soglia della disperazione e della morte è redenta

dall'ossessione morbosa della manìa suicida per

virtù d'amore: in esso romanzo l'autore sembra

condannare e compiangere la pura scienza e dar ra­

gione allo spiritualismo contro il positivismo. Ma,

qualche anno dopti aver scritto questo romanzo che

ha un fondo ottimistico, rasserenante, che fa pen­

sare che il dissidio interiore stia per comporsi, ecco

« Poemetti drammatici » che segnano — non tutti

però — un ritorno alla concezione pessimistica.

Sono leggende o episodi storici interpretati in modo

nuovo. La voce dolente del Poeta parla per bocca

di Satana che tenta Gesù, di Assuero — l'Eb reo er­

rante — che deve camminare eternamente per ve­

dere sempre, ovunque « desolata, oscura, implaca­

bile miseria ». di Lazzaro che al Maestro che lo ha

risuscitato e lo sprona

all’opra che avvalora, al travaglio che afina.

dice il suo rimpianto del dolce sonno, del dolce ri*

poso della Morte:

Latcia. Maestro, che di novo

Io gwti la morte che allevia «4 affranca.