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pciu*: »unru. infermiera. maestra. scrittrice. «inni-

presente ed miniveppentc. Fila In amorosa

coiisi-

pliera di fratellanza e di allriii'iuo. Solerti*, iu-laii-

cahile. animala da ima fede «creila. da un candore

illibato. da una preghiera semplice e fervida, fu

e-euipiii di lavoratrice: fu puida ai dubbiosi: e d i­

venne maestra »apa«*e ai piovani seminaristi elle ven­

nero posti 'olio la Mia protezione.

Fducatrice di anime ipnare di eontalti mondani «•

lontane dalla cultura europea : suora missionaria nel

- e i i ' O

più va'to e più Uditile della parola

suora

e cioè 'tirella, aiuto, sostepno. sempre attiva, ocu­

lata. vipile.

Infermiera esperta, ella clic conosceva i metodi Usati

nella « Piccola Casa della Divina Provvidenza» in

prò dei mille e mille ricoverali. Iu sapiente sani-

(aria nella Missione inospitale, dove, durante la

puerra mondiale infierì il morlio: e mentre la popo­

lazione era decimata dall'epidemia, non uno della

mis'ioiit- peri, prazie alle sili* vigili ed esperte

cure.

Appena piunta in

M issione

'iio r Scolastica di San

Benedetto era 'tata destinata alla Stazione Procura

di Liuuiru in qualità di mapazziniera : e tale carica

tenue per 5 anni.

Nel 1905. coll'erezione della provincia del kenva

in Missione indipendente, l ’istituto della Consolata

passava dalla vita d’infanzia alla vita di attività

aperta, cui l'approvazione ili Roma pii dava diritto.

Nel 1908 sorpeva il Piccolo Seminario San Paolo.

Nel 1909 la Missione del kenva veniva eretta in

\ icariato. con la nomina del P. Filippo Perlo a

Vicario Apostolico: a Nveri suor Scolastica di San

Benedetto divenne l'ammanneiise di Moiisipnor

Perlo, e fu maestra nel Seminario indipeno.

N ell’aposto 1910 ricevettero la visita della Duchessa

Klena d’ Aosta: nel 1913 quella del Barone hran­

chetti di Venezia.

La luupa permanenza in Africa minò la >ua robusta

filtra: malata pravemente di nefrite le fu coiisipliato

il rimpatrio, che avvenne in pietose condizioni.

Dal centro della Missione ella fu portata al treno

-li un carro tirato da huoi : scpuivauo la modesta

ambulanza i seminaristi, anposciati per la dipartita

della loro Madre, ridotta iu miserrime condizioni

di salute.

Il viappio iniziato in condizioni pietose, fu meno

doloroso del previ'to: avvicinando*! all'Italia l'am ­

malata 'i sentì riavere, e riebbe la speranza della

puaripioiie: piunta a Ceuova. fu accolta con tene­

rezza e con pioia dal Padre Ribero. Superiore della

« Piccola Casa della Divina Provvidenza», che era

accor'o al porto di Cerniva per ricevere le due suore

del Cottolenpo di ritorno dalla Missione «Iella Con­

solata al kenva.

La prolungata permanenza all*e*tero aveva ampliate

'le sue copilizioui culturali r jmstr ili rVidrllZa le

non comuni «loti ispanizzativi*: tornata alla (.asa

Ma«lr«*. «lopo un breve periodo «li convalescenza,

ritrovò enerpie e corappio virih*. venne incaricata

di varie mansioni ed occupò posti di fnlucia.

La sua inesausta carità, l'esempio «li rassepnazione

ai triboli. ilim«istrat«» «luraute la malattia, lo zebi

apostolico mantenuto vivissimo durante pii anni «li

missioni, coiisiplianmo i Superiori ad elepperla

Maestra «Ielle Provamle \ incenziue.

Ld eccola nel niiovt» campo «l’azione.

Mtilte Fiplie del Cottolenpo devono a «uor Scola­

stica di San Beneiletto la biro formazione

s p iri­

tuale: molte anime, che vivono nell'ombra del chi«i*

'tro . nel recinto «l'uua casa di cura, nelle corsìe

depli ospedali, o si occupano dell educazione della

pioventi!, devono alla stia oculatezza la loro bellezza

morale. Centinaia di suore appresero «ialla sua viva

voce i principi «li carità e di abnegazione dettati

iin

secolo

prima «lall'arilente anima di San Giuseppe

Benedetto Cott«ileupo. che ebbe iu «piesta fiplia. pura

e forte, una prande sepuace.

F«l Fila cercò, nell'auima di «ipni consorella, lina

fiaccola «li carità: foppiò lo spirito di opnuiia «e-

con d o i

dettami del \ anpelo. realmente

vissu ti,

ora

per ora. nella «Picco la Casa «Iella D ivina P ro vv i­

denza ».

Il motto <«Charitas Christi urpet nos » che «listiiipue

San Giuseppe Benedetto Cottolenpo dai filantropi e

dapli educatori del 'ecolti \l\. fu la stella polare di

suor Scolastica di San Beueiletto. specialmente in

questo perioilo «Iella sua vita monastica.

Sono, «li questi anni di lavoro e «li raccoplimento.

pii '« ritti «‘li'F ila ci lasciò. La modestia volle nascon­

dere colla «ipla S .S .P .. il silo vero nome: ma le pub­

blicazioni educative e relipiose di non comune im ­

portanza. ci rivelano la stia preparazione culturale,

e la fine ed oculata interpretazione «lei testi sacri,

che le dovevano essere fam iliari.

Stile facile e piano. Chiarezza di espressioni, senza

inutili svenevolezze: stile dei tempi, sobrio, sereno,

pacato. Modesta l'am iatura della frase, ma succosa:

breve il periodare, ma sempre espressione di un

pensiero

concisti

e volutamente serrato. D i partico­

lare rilievo è « La \ ita di San Giuseppe Benedetto

Cottolenpo» prediletto argomento all'amore filiale

«li «pic'ta tenera sepuace del Santi» della Carità.

Compendio che fu spezzato in edizioni, minori di

formato, e tutte divulpative: fino alla ««Vita del

Santo narrata ai fanciulli » (Scuola Linotipoprafìca.

Opera pia del Cottidenpo. Pinerolo. 1934-XII). al-

1' <« Freilità «li San Giuseppe C«>ttoleupo ai suoi fìpli »

t id. id.. 1934-XII». al «i Compendio della \ ita ». ap­

provato «Ialla Sacra Conprepazione dei R iti ( id. i«L.

1931 X II).

Presentando «il u piorno nella Piem ia Casa della

Divina Provvidenza» suor Scolastica di San Bene­

detto fr is s e : u l na piornata vissuta nella Piccola

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