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SUOR SCOLASTICA DI SAN BENEDETTO

Natalina Piano nacque la notte del Natale 18M2 in

.'iala Monferrato, da Giuseppe e da Spiritina Crova.

modesti agricoltori del luogo.

M urata cristianamente dal padre e dalla madre rice­

vette in famiglia ottimi esempi: fra una nidiata di

fratelli, fu a sua volta esempio preclaro di ogni virtù.

Le prime maestre furono

le suore del Cott«dengo.

elle da molti anni eserci­

tavano il loro apostolato

nt*l piccolo Comune mon-

ferrino.

Nell’asilo e nell»* scuole

elementari. Natalina P ia ­

no fu alunna disciplinata

«<l obbediente: retta nel­

l'adempimento di ogni do­

vere. era sua cura mag­

giore aiutare il babbo nel

disbrigo di ogni afTare. sia

ueH'assistenza ai conta­

dini. sia nei piccoli conti

fam iliari. Il padre soleva

dire della sua primogenita

che era « assennata e v i­

rile ».

I.a sua vocazione religiosa

fu precoce: cresciuta nel­

l'esempio e nelle virtù di

>an Giuseppe Benedetto

< ’ottolengo. ne comprese

ì<» spirito «li ardente carità

• l'inesausta sete di |>er-

fezùme: ne segui, con ef­

ficacia. le «»rme: e desi­

derò, ancor in tenera età.

<li vestire l'abito delle sue

prime educatrici.

{•-litro, giovinetta, nella « Piccola Casa della D ivina

Provvidenza » il 29 agosto 1898: la modestia fu la

-uà caratteristica e il suo zelo apostolico fu tosto

'«impreso dai Superiori Pailre Ferrerò e Madre

\nania.

"egui con onore gli studi magistrali, dimostrando

acume e discernimento: fu spirito vigile, insonne,

<oU'anim«> aperto alle manifestazùmi più vive e

fervide della carità cristiana.

Wuinendo il nome di Su«>r Scolastica di San B e ­

nedetto, fece la vestizione religiosa il 18 luglio 1899,

e la professione il 18 luglio 1900.

Per le sue doti di cu«»re e di mente fu scelta da

Padre Ferrerò (

1

). dietro sua domanda, per far parte

•lei secondi» gruppo di Suore destinate alla Missione

della Cea^ckta nell’A fric a : con semplicità e co-

raggiu la giovane Suora, da poclii anni nella « Pic­

cola Casa della D ivina Provvidenza » in Torino, ac­

cettò di partire per il Kenya.

Con altre dodici consorelle salpò da Trieste il 25 ili-

cembre 1903.

L 'A fric a iimspitale fu campo d'azione assai duro.

Le popidaz'nmi del Ki-

kujù vivevano allo stato

«piasi selvaggio: il loro

linguaggio, incomprensi­

bile agli europei, presen­

tava gravi difficoltà di tra­

duzione. anche per i voca­

boli più comuni; ed ogni

segno convenzionale tro­

vava ostacidi ed unum-

prensioni nelle popolazio­

ni indigene.

I

lavori di app

studio per afferrare i si­

gnificati più semplici delle

paride, furono assai diffi­

cili e lunghi: ma impra­

tichitasi a poco a poco,

suor Scolastica di San Be-

ne«Ictt«» riuscì, con tena­

cia, a comprendere i vo­

caboli più comuni; e stu­

diando la mimica animata

con cui gli indigeni sole­

vano accompagnare le loro

frasi, si impadronì della

chiave della lingua, affer­

rando i significati più re­

conditi di ogni parola.

Senza eccessiva difficoltà.

E lla divenne la collabora­

trice più esperta dei Mis­

sionari della Consolata traducendo in lingua Ki-

kujù il Catechismo, la Storia Sacra ed i testi scola­

stici per le classi elementari e per le scuole medie

inferiori. In «{uegli anni furono iniziate le scuole

delle Missioni, ed E lla fu valido aiuto nella compi­

lazione del voc<dmlari«> Ghekoyo e relativa gram­

matica.

Lo spirito di carità che aveva spinta la giovinetta

ad abbandonare la sua casa paterna per varcare la

s«tglia del mtmastero; lo zelo di apostolato che aveva

reso meno amaro l'addio alla « Piccola Casa della

Divina Provvidenza», asilo sicuro di pace per la

sua anima ardente di amor di Dio. si centuplicò in

terra d 'A fric a : per 16 anni consecutivi l'operosità

intelligente e feconda di suor Scolastica di San B e ­

nedetto, fu spe»a in favore delle popolazioni indi­

si