

L'arguta Contesa parla <|iiimii tiri lutili a Corte «le-
>criv emione le curiose particolarità e narrando come
iucomincia.«.«er<» alle s>ei «li >era, terminando alle
dieei e si >v«dge.»ser«> in una piccola «ala. Dire «‘Ile
le Prineipe«M* Heali Max ano «edule eoli le Princi
pesse del !>augue «ulto
ni
in
fomlo
al già accennato
baldacchino che \eniva chiamato « la Corona»
mentre ai due lati «Iella «ala eravi una specie «li an
fiteatro di banchi «ni «piale prendevam» posto le
dame di Corte e «li e««e «pielle che ballavano occu
pavano il primo ordine e le altre il sei’ondo o«l il
ter/o. Altrettanto avveniva all'altro lato dov'eravi
altro ordine di banchi de«tinato alle >ignore della
città. Il Ke. il Duca di Savoia ed i Principi colevano
andare da una parte all'altra «Iella >ala iudifferen-
temente. Le Altezze Heali iniziavano il ballo ed il
Maestro «Ielle cerimonie chiamava a nome coloro
che vi dovevano partecipare. Prima di incominciare
il miniiett«» le coppie dovevano fare cimpie rive
renze: «<la prima alla Corona, la «ecomla a S. M. il
Ke. la terza al Duca «li Savoia, la «piarla al Duca
«li Chiablese. la «fuinta per dare inizio al minuetto ».
Le Altezze Keali ballavano anche nelle controdanze
e le Dame di Torte e quelle della città ballavano
assieme. Dalle J> alle fi1i intercedeva il periodo di
riposo «lurante il «piale venivano serviti dei rin
freschi e poi le «lanze ricominciavano e duravano
fino alle dieci, ora in cui tutti si ritiravano.
Alla ('«irte non eraiiM mai viste maschere ?»i«*cln* la
Principessa Anna pensò fare la gradita .«<»rpre«a
preparando una maM’herata che «hiveva rappre«en-
tare le stagioni deH'aimo. La Principessa «li Cari-
gnam» indossò «piindi un costume raffigurante la
primavera, la Contessa Angelica (che per giuriti-
care la
Mia
assenza si fin«e ammalata) rappre«entava
Testate, il Primo Scudiero rautunno e«l il G«»ver-
natore «lei Principe l'inverni».
Par propri«> di vedere una di
quelle
scene «li Ar
cadia di cui evvi un e«empi«i neU'apparizione «lei
pastori e «Ielle pastorelle al primo atto delTopera del
Giordano.
Andrea Chénier.
Tulli» era Maio prepa
rato segretamente e «pianilo la Corte meno «e l ’aspet
tava. «i udì nell'anticamera della >ala una mu«ica
mUteriosa e«l. apertaci la |M»rta. le «piattr«» belle ed
«»riginali figure apparvero tra il generale stupore e
la più viva ammirazione. Il Duca iniziò il balli» colla
Duche^a. imitato
dalle
principe*^ e così le danze
!>i protrassero brillantemente fin»» a tarda ora.
Altra costumanza cui accenna la C«»nte««a è quella
dei matrim«»ni. «*he per «tretta redola non potevano
c«»mpiersi nè ila parte di membri «Iella Reale Fami
glia nè dei Nobili o (Cavalieri ereditari, senza il «'on-
!»en»o del Sovrano.
Il
futuro >p«»*o, su<» padre, il pa
dre della sposa «wl altra |>ersona incaricata doveva
presentarci a Sua Maestà in abit<» o mantello nero
per chiedergli il desiderato r<»n«entimento ed otte
nutolo, dovevano a.««ieme al Maestro delle Ceri
monie e nell ora designata, recarsi ad annunziare
l'avvenuta concessi«»ne alla Reale Famiglia, ai Prin-
«•ipi «‘«I alle Principesse «lei sangue.
Troppi» Illudo .-arebbe renumerare tutte le norme
ed accennare alle coiiMietudini minute di cui tratta
la Contesa nel «ut» uriginali««imn libro.
Dirò solo di «inella per la «piale la Contessa. ad escili-
pio. in «>cca«ioue del matrimonio di sua sorella Anna
«•«»! ('onte Francesco Mercurino Favelli di Boses non
potè, per ragioni di protocollo assistere alla celebra-
zione «lei rito avvenuta nella Cappella Reale e do
vette rimanere etili su«» granile rammarico nella «uà
camera.
Ci racconta poi che tutti i renali che ci fanno prima
del matrimonio rimangono di proprietà della m o
glie e. di «pielli avuti d«»po le nozze. >e ne deve fare
un inventari)» per renderne conto ai figli .«e diviene
vedova.
Parla anche «legli usi Ouare«imali dicendo che in
Piemonte non si fa che un i»a>t«» alla >era e «*he con
siste ili una zuppa «li mandorle ed un'insalata e ciò
tutto a peso.
Dal Re >in«» all'ultiim» cittadino tutti m attengono
alle severe recide secondi» le «piali il cilx» alla sera
min «leve oltrepassare il peso di I oncie: u«»va. latte,
burro, tutto è proibito. Siccome però è noto come i
tedeschi «ieno buoni niangiat«»ri così è loro permesso
di raggiungere le 6 oncie. ma la simpatica Contessa
non e«ita a dichiarare di aver ti»«'cat«» anche le
dieci
«meie ed aggiunge « .senso
scriifmio
»».
Accenna pure ad una funzione imp«»rtante alla «piale
a?>«istette e cioè all'arrivo del Duca di Noailles. ain-
basciatore straordinario «lei R<> di Francia che era
stato mandato a motivo del famoso contrabbandiere
Mandrin. 1/Ambasciatore venne pure ad ossequiare
la Duchessa e la Dama gli andò incontro sino al
primo scalino, mentre la Principessa l'attendeva alla
porta della prima anticamera.
Il peri«»d«» «'he c«»ncerne il Regrn» di Carb» Ema
nuele III è uno dei più nnivimentati della Storia S a
bauda Italiana per cui si può ben dire con S. E. Bol-
z«m che: «attraverso tali prove certissimamente si
f«irmò la pr<»vvidenziale compagine piemontese, tutta
Hiffrendt» l'angustiosissima, incessante alternativa
delle dure vi«*ende che martellar«»no i cuori, affina
rono la disciplina, conferirono le più abili e ga
gliarde risorse, cinsero ed armarono la volontà coi
maggiori accorgimenti ed ardimenti sino a sistemare
in agguerrita falange dall'umile «guastatore» al
cavaliere a*tat«» la quadrata f«»rza degli ostinati ed
incrollabili «<hougia nen »> della m«»ntagna e del
piano ».
Ed «tra chiudo riportami» le «eguenti parole dello
stesso Autore: « Tra il fulgore delle armi e lo squillo
delle trombe, tra il fasto di una Corte ripristinata
nella sua gerarchia Carlo Emanuele IH pa?sa! Viva
il Re ».
LUCIANO MULO