

Dipinto scelleratamente con colori ad olio, il fu
metto primitivo era presentato al pubblico su di una
grande tela rettangolare sostenuta da un'asta e sor
retta a guisa di stendardo. Con una lunga bacchetta
l'illustratore indicava i quadretti che componevano
il romanzo e contemporaneamente procedeva alla
spiegazione del soggetto. Mi rammento di uno che
aveva per titolo:
«Vendetta deiramante tradito»,
il
cui epilogo era il trucidamento di una donna infedele
da parte dell’amante tradito, il quale non sazio abba
stanza della vendetta compiuta strappava per di più
il cuore dal corpo della vittima e se lo mangiava!
Ferocia cannibalesca! Compiuta la spiegazione ver
bale, l'illustratore passava tra la folla che l’aveva
seguito nella sua narrazione mettendo in vendita, al
prezzo di cinque centesimi, la canzone relativa al
dramma testé illustrato mentre la stessa veniva can
tata dalla moglie o da un compare deU’illustratore.
Accadeva assai spesso che tra chi aveva intenzione di
fame l’acquisto qualcuno non si ritrovasse più in tasca
il portamonete o il portafogli. Porta Palazzo era rino
mata per essere un campo... molto redditizio ai bor
saioli. In periodi di maggior affluenza di forestieri,
per certe solennità portapalatine, venivano fatte af
figgere dal comitato dei festeggiamenti delle striscie
di carta con su stampato a caratteri ben visibili:
Guar
datevi dai borsaioli.
Pare che a Porta Palazzo esistesse una scuola di
addestramento per borseggiatori e che avesse sede in
una tra le molte casupole malfamate che un tempo
esistevano nella zona. Dal centro del soffitto di
un'aula... scolastica pendeva un fantoccio delle di
mensioni normali di un uomo e all’estemo della giacca
e dei pantaloni erano appesi numerosi campanelli.
Gli allievi, a turno, si esercitavano per addestrarsi
nell'arte di portar via un portafogli collocato in una
tasca interna dell’abito del pupazzo senza provocare
il suono dei campanelli. La cosa non era facile perché
l’apprendista borsaiolo per riuscire nell’intento do
veva tener conto dell’instabilità del fantoccio, il quale
stava in posizione verticale per virtù della corda che
lo teneva appeso al soffitto, e al primo urto si moveva,
poiché non aveva piedi die lo tenessero saldo al pa
vimento. Non mi risulta se tale scuola rilasciasse di
plomi, ma penso che probabilmente gli allievi non
avessero l’ambizione di entrarne in possesso.
C'era stato un Tizio il quale si era messo in capo
di voler sorprendere in flagrante i borsaioli nell’eser
cizio della loro funzione. All'uopo si era provvisto di
un logoro portafogli e dopo averlo riempito di car
taccia se l’era collocato nella tasca intenta della giubba.
Avviatosi in un luogo affollato, si mescolò fra la gente
che ascoltava un imbonitore, e senza perdere di vista
la sua tasca ben visibilmente rigonfia, stava in attesa.
Questa non fu lunga. Ad un certo momento quel
Tizio constatò, con sua grande disdetta, che il porta
fogli era sparito.
Prima che intervenissero a tutela della sanità pub
blica provvide leggi di divieto, venivano venduti sulla
pubblica piazza farmachi cosi detti miracolosi per la
guarigione di qualsiasi malattia ed erano effettuate
estrazioni dentarie da parte di ciurmadori all’uopo
organizzatissimi, che facevano affari d’oro alle spalle
dei gonzi. Il cavadenti giungeva a Porta Palazzo con
carrozze tipo diligenza, trainate da quattro cavalli,
con seguito di servi e di una banda musicale; sulla lo
calità designata faceva erigere un pala» dell’altezza
di circa due metri, sul quale faceva mettere una pol
trona; poco discosta da questa si collocava la banda
musicale i cui componenti indossavano un'uniforme
vistosa, sgargiante ed erano dotati degli strumenti
più rumorosi e cioè trombe, tromboni, grancassa e
piatti. La «
rappresentazione
», chiamiamola così, in
cominciava con una poderosa marcia che in un primo
tempo serviva di richiamo per attirare la clientela;
indi si avanzava il cavadenti vestito in marsina scar
latta, calzoni bianchi ed alti stivali; aveva il petto co
perto di medaglie. Con parole altisonanti iniziava
il panegirico di un liquido contenuto in una boccetta
che mostrava al pubblico, esaltandone l'efficacia mi
racolosa per l’immediata e infallibile guarigione di
qualsiasi male. Preso da suggestione collettiva l’udi
torio abboccava ed il vantato medicinale andava a
ruba. Smerciatone quanto di più glie ne era stato
possibile, il cialtrone annunciava l’inizio delle estir
pazioni dentarie « indolori » a chi glie ne avesse fatta
richiesta. L’estrazione era quasi gratuita, a sentire il
ciurmadore, fatta per il solo amore dell'umanità sof
ferente e povera. Ecco il primo a salire sul palco...
dell’esecuzione. Il paziente versa anzitutto in anti
cipo la somma convenuta nelle mani dell’istrione e
poi é fatto sedere sulla poltrona. La banda intona una
polca assordante, il cavadenti, munito di una tena
glia, si avvicina alla sua vittima e, più o meno rapida
mente a seconda di che dente si tratta, compie con
un imprecisato numero di strappi « indolori » l’estir
pazione del dente malato. L’urlo o gli urli del paziente
sono soffocati dal fracasso della banda musicale. Il
cavadenti si avvicina al suo pubblico e mostrandogli
il dente estratto ancora preso tTa le tenaglie, gli an
nuncia che a controllo della verità deOe proprie asser
zioni, chiederà al suo cliente se ha sofferto dolore.
Mentre la banda continua imperterrita a suonare la
polca dannata, il cavadenti si avvicina al paziente e
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