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Una eminente

figura di scultore torinese

P I E T R O

C A N O N I C A

Fra gli scultori contemporanci Pietro Canonica si

e conquistata una vasta e meritata notorietà perche

rimase sempre ligio alle norme cd alle tradizioni clas­

siche e percorse la sua strada, ch’è assai lunga data la

longevità da cui e favorito, senza indulgere a mode

più o meno durevoli e senza lasciarsi attrarre da scuole

o tendenze che, anche nel campo della scultura, sono

risultate o risulteranno deteriori. Egli ha compiuto se­

renamente il cammino ed ora, nella sua verde matu­

rità, può guardare con compiacimento e giustificato

orgoglio l’opera sua anche se, benché ultraottantenne,

ha voluto e saputo modellare con la consueta peri­

zia le bronzee porte della risorta Abbazia di Monte-

cassino.

Per un deprecato contrattempo lo scrivente non

ha potuto aderire all’invito rivoltogli dal venerando

statuario di assistere alla fusione delle suddette porte,

fusione che è stata egregiamente effettuata nella pri­

mavera del 195 1 a cura della torinese Fonderia Bar-

beris, ma si è recato a visitarle a Palazzo Madama

ov’erano esposte. Sulla sommità del grandioso scalone

creato dal genio di Filippo Juvara, il sottoscritto ha

potuto sentirsi illustrare le mirabili porte dall’Autore

che conserva miracolosamente un aspetto giovanile e

la cui conversazione è oltremodo gradevole ed istrut­

tiva. La duplice opera è veramente degna di quelle

che l’hanno preceduta nella lunga, proficua e brillante

Basto in bronzo di Edmoodo De Amicii che 1 Pinerolo «crine

il libro “ Alle Porte d’Italia** - Opera dello scultore P. Canonica.

carriera di questo eminente artista di cui, nel campo

sculturale, costituiscono forse il canto del cigno.

Le due porte in oggetto sono dedicate a S. Bene­

detto ed a S. Scolastica, le cui figure sono modellate

di profilo al centro delle lunette superiori; le affian­

cano leoni rampano che caratterizzano lo stemma di

Montecassino. Esse sono alte metri 2,80, larghe metri

1,40, pesano 7 quintali caduna e sono inquadrate da

eleganti morivi vegetali nei quali predominano l’uva

cd il grano. Negli otto riquadri spiccano vicende del

convento e scene della vita e del lavoro di S. Benedetto,

con iscrizioni latine, mentre nei quattro riquadri infe­

riori sono ricordate le distruzioni subite nel corso dei

secoli dal celebre centro di fede e di cultura ad opera

dei goti ($82), dei saraceni (883), del terremoto (1349)

e degli inglesi (1944.). Queste bronzee porte sono in

tutto e per tutto degne della loro destinazione, sia

come concezione, sia come esecuzione, e nel model­

larne i bassorilievi l’Autore, pur mantenendosi nella

tradizione della nostra migliore statuaria, vi ha im­

presso un soffio di modernismo che li ravviva cd in­

gentilisce.

II