

Il monomento dell*Artigliere di montagna
a B iella - Scultore P ietro Canonica.
Pietro Canonica nacque a Torino il i" marzo 1K69
e. dopo aver girato mezzo mondo, vive attualmente
a Roma dove ha occupato per molti anni la cattedra
di 'cultura ed ha presieduto l’ Accadcmia di Belle Arti.
Rimasto orfano dd padre 111 tenera età, benché dap
prima ostacolato dalla madre pelle sue aspirazioni arti
stiche, riuscì ad iscriversi all'Accademia Albertina dove
seguì le lezioni e gli insegnamenti di Odoardo Ta
bacchi; ed ancora una volta si è verificato il caso che
l’allievo ha largamente superato il maestro. Non tardò
ad affermarsi, conquistando numerosi prcn i, ed ap
pena ventenne esponeva con successo nella capitale su
balpina. Quattro appi dopo era premiato al « Salon »
di Parigi e vendeva la sua statua «Dopo il voto».
D'allora in poi passò da un’affermazione all'altra par
tecipando a molteplici ed importanti esposizioni. Una
mostra di sue opere alla Biennale veneziana del 1901
pe accrebbe notevolmente la notorietà ed aumentò
così il favore del pubblico per le sue opere. Ricerca
tore irrequieto ed insonne e modellatore sicuro e
squisito, seppe creare fini e delicati busti fcmniirili c
teneri e delizimi volti di bimbi che riconciliano con
l’esistenza. Inoltre trasfuse nei suoi modelli come
un’altra vita; essi non sono puramente formali ma
bensì anche studi di carattere essendo animati dalle
sue elevate doti psicologiche ed introspettive.
Nemico della deformazione, ch’è attualmente 111
auge anche nella scultura, il Nostro, come Leonardo,
amava ed ama la divina proporzione del corpo umano
e non si vergogna certo della rassomiglianza dei suoi
personaggi.
Pietro Canonica si rivelò e confermò anche effi
cace scultore animalista nei numerosi monumenti
equestri dei quali gli fu affidata l’esecuzione. Infatti ha
eseguito in modo pregevole quelli per lo Zar Ales
sandro Il a Pietroburgo, per Remai Pascià ad Ankara,
il Cavalleggero nella piazza Castello di Torino, il mo
numento dell’Artigliere di montagna a Biella. Questo
ultimo si accompagna al fido mulo e, probabilmente
dopo averlo compiuto, lo scultore pensò di rendere
un particolare omaggio a questo paziente e saldo qua
drupede che durante la guerra 19 15 -18 aveva reso se
gnalati servigi alle truppe combattenti 111 montagna,
eseguendo tl monumento al mulo. Lo modellò e rifinì
accuratamente, come ha sempre fatto per tutte le cose
sue. e lo offrì a qualche ente o comitato. Il suo dono
però sollevò una polenuca giornalistica cd allora l’ar
tista (una volta tanto non compreso) lo eresse davanti
al suo romitaggio romano, cioè alla Fortczzuola di