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ALLA FIAT

COME SI LAVORA,

COME SI È LAVORATO

Alla Fiat il primo Laboratorio scientifico sorse

si può dire con la fondazione dell’Azienda, jH*r ini­

ziativa lungimirante del Sen. Agnelli, che aveva

intuito come ad un’industria modernissima quale

quella automobilistica occorressero basi tecnico­

scientifiche, impostazioni e vedute tutte moderne.

Il Laboratorio eseguiva inizialmente analisi chi­

miche, la composizione dei materiali essendo a

quell’epoca la caratteristica principale sotto con­

trollo. Ma subito dopo sorsero, accanto al Labora­

torio chimico, quello meccanico e il metallurgico

per il controllo delle caratteristiche meccaniche e

dei trattamenti termici dei metalli.

La prima guerra mondiale vide estendere enor­

memente il controllo dei materiali e il Laboratorio

automobili ebbe di conseguenza un impulso vigo­

roso, arricchendosi degli apparecchi più precisi e

efficienti di quel tempo.

A quell’epoca il Laboratorio veniva essenzial­

mente impiegato per il controllo delle materie prime

e per il collaudo della produzione. La Fiat riusci

così effettivamente a mantenere inalterata la qualità

dei materiali impiegati nelle sue costruzioni, e ciò

nonostante le disordinate fluttuazioni dei grezzi pro­

venienti da sorgenti e mercati diversi, dando così

la più sicura ed efficace garanzia a ll’acquirente.

Con l’estendersi dell’attività Fiat al campo aero­

nautico e navale le Sezioni svilupparono i propri

Laboratori; da tempo ciò era stato fatto presso le

officine primarie, cioè Ferriere, Acciaierie e Fon­

derie, per assicurare la costanza di quei materiali,

primi della sequenza produttiva di un'industria ver­

ticale. D’altra parte con il formarsi della coscienza

tecnica nelle officine di produzione e con l’introdu­

zione di prove semplici e rapide per il controllo

delle caratteristiche finali dei metalli, si diedero al

Collaudo le prove di massa, riservando ai Laboratori

più propriamente detti le prove di super-collaudo e

le indagini destinate a ricercare le cause di anomalie

nel ciclo produttivo o di avarie sugli organi funzio­

nanti.

Al Controllo veniva così ad associarsi la Ricerca.

I Laboratori si distinsero ulteriormente in periferici

(distaccati presso le officine di produzione) e in cen­

trali. incaricati tra l'altro di coordinare il lavoro dei

primi e di impostare studi e ricerche di interesse

generale per il Gruppo Fiat.

Durante la seconda guerra mondiale, nonostante

i gravi danni dei bombardamenti aerei, i Labora­

tori centrali continuarono a funzionare nei rifugi.

La ricostruzione vedeva i Laboratori centrali al

primo posto tra gli organi vitali dell’Azienda rimessi

in efficienza.

Ripresesi le relazioni con il mondo occidentale si

scoprirono agli occhi attoniti dei tecnici e degli

uomini di scienza i progrec ’ ■""'ìnteschi compiuti

dai vincitori.

In quegli anni la collaborazione tra scienza e

industria aveva raggiunto un grado mai prima con­

cepito; metodi e strumenti creduti fino allora do­

minio della scienza pura erano stati portati nel

campo dell’applicazione industriale con risultati

sorprendenti; la cultura tecnica aveva ricevuto un

impulso jxxleroso diffondendosi largamente nelle of­

ficine; la metallurgia metteva a disposizione dei

progettisti una gamma di metalli con caratteristiche

altamente differenziate soddisfacenti a tutte le più

varie esigenze; la Chimica, continuando la rivolu­

zione iniziata allo scoppio della guerra con l'inven­

zione dei materiali sintetici, offriva al costruttore

una serie praticamente infinita di nuovi materiali

preparati, se è lecito dire, su ordinazione; l ’Elettri-

cità, sviluppatasi in modo prodigioso soprattutto

nel campo elettronico, aveva risolto la tecnica della

misura dell’immensamente piccolo, spalancando così

nuove e illimitate possibilità di indagini; la Fi­

sica f>enetrava sempre più profondamente nel mi­

stero della costituzione della materia offrendo

nuove teorie sulla elasticità, sulla plasticità e sulla

fatica.

Al Laboratorio centrale Fiat spettava anzitutto

il compito di aggiornarsi rapidamente alla nuova

situazione. È sostanzialmente la fisionomia del L a ­

boratorio che viene a mutare in questo nuovo

quadro dell’industria meccanica. Esso viene infatti

a prendere sempre di più la funzione di uno degli

ingranaggi della produzione, da una parte, e di

fiancheggiatore e consulente dell’Ufficio Progetti

dall’altra.

Nelle officine primarie il Laboratorio, con i me­

todi di analisi spettrografica a lettura diretta, ha

raggiunto una tale celerità e precisione da poter

eseguire in modo rapido e sicuro la correzione delle

cariche nei forni.

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