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I PROGETTI FERROVIARI E STRADALI

DEL FREJUS •MONCENISIO

di GiACOMO AVICO

Nelle accese polemiche in corso

jkt

i

trafori alpi

ni stradali del Monte Bianco e ilei (Iran S. Bernardo

è stato un po' accantonato il Genisio in quanto l’esi­

stenza di un traforo ferroviario in questa zona ha

reso meno sentita la costruzione di quello stradale.

Ma poiché il traforo del Frejus. oltre che

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ragioni geografiche anche per ragioni storiche e poli­

tiche deve essere considerato il valico torinese

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eccellenza nelle comunicazioni con l’Huropa nord

occidentale, è opportuno esaminare il progetto ferro

viario del Frejus e le successive varianti suggerite

dall’esercizio della linea nonché la versione stradale

recentemente messa allo studio per detto valico.

L ’idea di una ferrovia attraverso il colle del Frejus

Ira Bardonecchia e Modane sorse con la costruzione

delle prime ferrovie, allorché Giuseppe Médail di

Bardonecchia. Commissario alle dogane ed impre­

sario tli lavori, il 20 giugno 1841 in un memoriale

diretto al Governo Piemontese segnalava la necessità

di forare le Alpi nel punto più corto che si trova

sotto la montagna del Frejus.

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collegare Torino a

Ghambery, perchè la Savoia ed il centro del Piemon­

te venivano a trovarsi in una situazione molto dirti

cile per i loro traffici causa la mancanza ili comuni­

cazioni.

Luigi des Ambrois, Ministro dei Lavori Pubblici

del Governo Subalpino diede incarico nel 1845

all'lng. Enrico Maus ed al geologo Angelo Sismonda

di studiare il traforo, che nel 1849 presentavano il

progetto definitivo.

Altri studi e progetti venivano presentati in se­

guito. ma il più notevole è quello elaborato nel 185.}

da tre ingegneri ass«tciati: Germano Sommeiller. Se­

bastiano (ìrandis. Severino Grattoni.

O r to che la realizzazione dell'impresa presen

tava dell»* enormi difficoltà. l*a lunghezza della gal

leria, prevista in 12 chilometri, era la prima in condi

/.ioni così difficili; precedentemente erano state

costruite la galleria dei Giovi di m. 3260. con l’au­

silio di 14 pozzi e quella della Nerthe (Marsiglia) di

m. 4.630 con 22 pozzi.

Per il Frejus dato lo spessore ilella massa sovra­

stante non era possibile l’apertura di pozzi; si doveva

quindi pensare alla ventilazione della galleria e dei

mezzi di scavo, considerato che lo scavo con mezzi

ordinari avrebbe richiesto circa cinquantanni.

Così furono studiati nuovi mezzi meccanici per

lo scavo e fu attuata dagli Ingegneri Cìrandis, Grat­

toni e Sommeiller una perforatrice che migliorando

quella di Bartler, permise l’inizio dei lavori nel 1857.

L ’impiego delle perforatrici fu attuato soltanto

nel 1861 ma nel 1863 la perforatrice meccanica en­

trava nella sua fase completa e

potè proce­

dere con una certa regolarità.

11 26 dicembre 1870 cadeva l’ultimo diaframma

ed il 17 settembre 1871 passava il primo convoglio

Torino-Modane.

Durante i lavori la temperatura nell interno della

galleria raggiunse i 30 gradi ma si pose rimedio con

i getti d’aria compressa.

La lunghezza della galleria attuale a seguito di

alcune ricostruzioni è di m. 13.6.36, è a doppio bina­

rio ed i due imbocchi si trovano rispettivamente a

metri 1269 a Bardonecchia ed a metri 1130 a Miniane.

E’ opportuno ricordare che in attesa dell’esecu­

zione del traforo fu costruita una ferrovia di monta­

gna a sistema Fell. che inaugurata sulla strada del

Moncenisio il 15 giugno 1868 da Susa portava a S.

Michele con pendenza massima dell*83 per mille.

Per superare i tratti con pendenza superiore al

40 per mille si aveva una terza rotaia centrale soprae­

levata nei confronti delle rotaie laterali e sulla quale

venivano a premere due coppie di ruote orizzontali

di cui erano fornite le locomotive con aderenza rego­

labile dal macchinista. La ferrovia fu smontata con

l’apertura del traffici del traforo del Genisio.

II traffico nel primo anno di esercizio aveva già

dato un introito di 32.227 lire per chilometro, di

molto superiore al traffico medio della rete dell’Alta

Italia.

Molti miglioramenti sono stati fatti alla linea

dalla sua costruzione ad oggi; i più importanti sono

appunto stati il raddoppio del binario da Torino a

Bussoleno e da Salhcitrand a Bardonecchia e l’elet­

trificazione della linea.

La linea del Frejus ha segnato un grande prò-