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Il IX- Rei set ebbe agio di conoscere da vicino

Carlo Alberto e di intenderne l'animo e il carattere,

lui accanto a lui a Milano, nel Palazzo Greppi. nei

torbidi momenti in cui il Re \i era assediato da una

folla tumultuante che lo accusava di tradimento per

aver chiesto l’armistizio. Significativo è il ritratto

che il diplomatico francese traccia di Carlo Alberto:

•<era un Principe freddo, riservato, senza apparenze

e affettazioni, un grande gentiluomo, di modi molto

semplici, ma pieni ili dignità: era inoltre un uomo

per il quale, fin dal primo momento, si provava sini

patia o avversione. Kgli mi attirò subito completa

niente a se per le sue maniere naturali e signorili.

Si è detto di lui che fosse orgoglioso, sempre incline

alla politica, scaltro, superbo, arido, di poco cuore.

Trovai invece un uomo ben diverso e non potrò mai

dire abbastanza fino a clic punto ebbi a lodarmi

della delicatezza del suo cuore e del suo spirito nel

corso degli importanti colloqui chc ebbi con lui

Il conte De Reiset godette di m a s ilda e htim i ami­

cizia con Vittorio Emanuele II. Di questi egli pone

in rilievo la diversità di tcmpi-ramento in confronto

del padre: « non esisteva tra loro alcuna rassomi­

glianza fisica. Carlo Alberto aveva in se razza ed

eleganza, mentre la natura di Vittorio Emanuele era

comune. Tutta la sua educazione ert consistita nella

istruzione militare e nell'equitazione. Grosso e bru­

sco. era sempre trasandato, domava i cavalli più

estrosi senza venir mai disarcionato e andava avanti

senza nulla temere. I due Principi avevano in co­

mune soltanto una qualità: il coraggio. A Vittorio

Emanuele 11 la grande qualità che mai gli si conte­

sterà era il suo coraggio militare. Andava al fuoco

senza pensarci : il sangue guerriero degli antenati

sembrava allora ribollire nelle sue vene... ». 11 De

Reiset ammirò soprattutto la grande fermezza con

la quale Re Vittorio seppe tener testa alle lusinghe

ilei feldmaresciallo Radet/ky nel celebre colloquio

nella cascina di Vignale aU'indomani della disfatta

di Novara.

Questi appunti non hanno la pretesa di offrire

una rievocazione del periodo vissuto dal IX- Reiset

durante i suoi quattro anni di permanenza a Torino;

ci limitiamo a riportare alcuni episodi, aneddoti e

curiosità chc il diplomatico francese ha registrato

nelle sue memorie e chc ritengo possano interessare

i lettori di questa rivista.

11

conte De Reiset abitava nella nostra città in

un appartamento situato al terzo piano della casa

di Via Carlo Alberto N. 3. Il Duca di Savoia vi si

recava spesso per incontrarsi segretamente con lui.

Per non essere riconosciuto vi giungeva general­

mente di notte camuffato e sotto il falso nome di

munsieur Martin,

commerciante francese. Ecco —

nella traduzione del Segala — un primo aneddoto:

• Una sera verso le undici — poco tempo prima

della rottura dei rapporti diplomatici tra l i Sarde­

gna e il Regno di Napoli — mi trovavo già a letto

e avevo presso di me il mio amico conte di Ludolf

da poco giunto a Torino come incaricato d'affari

delle Due Sicilie. Improvvisamente il campanello

risuonò in modo violentò e un momento dopo il mio

domestico venne ad annunciarmi

monsicur Martin.

Mi rivoli allora al conte di Ludolf e gli spiegai che,

avendo da regolare speciali affari con un commer­

ciante francese, avevo bisogno d’intranenermi con

lui a quattr’occhi. Mentre ancora parlavo e senza

attendere d ’essere introdotto,

monacur Martin

fece

irruzione nella mia camera. Aveva una grande bar­

ba, il suo occhio era brillante e il suo atteggiamento

pieno di sicurezza. Era del resto assai malmesso sotto

un ampio pastrano invernale. Il conte di Ludolf non

riusciva a comprendere, come, a un’ora così tarda,

ricevessi uomini d’affari che avrebbero

notato

benis-

«

simo attendere l’indomani per vedermi presso la can­

celleria della Legazione.

Benché si fosse accorto, dal mio modo di fare,

dell’imbarazzo che quella viista improvvisa aveva

suscitato in me. egli non si alzò, pensando che ii

viaggiatore francese non sarebbe rimasto a lungo e

che ben presto l’avrei congedato. Da parte sua

mon-

sieur Martin,

il quale non immaginava di trovare

19

La caia colonica di Vignale, dove fu filmato

l’armistizio, dopo la battaglia di Novara nel 1H49.