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e gli disse in un orecchio: Sua Maestà desidera

vipere se il Prcsideme del Consiglio si diverte

Rispondete a Sua Maestà che io mi annoio

Quando il Re ebbe la risposta, rimandò lo stesso

valletto al d’Azeglio con questo messaggio: Dite

,i Sua Kccelletiz.i il Presidente ilei (Consiglio che io

mi annoio più ili lui

1

conte De Reiset s'incontrava sposso con Silvio

Pellico, che viveva a Torino, ed al quale 1

1

marchesa

( Giulia di barolo avev i affidato me incili di segre

teria. Il De Rei set lo descrive come persona timida,

migra e malaticcia. Parecchie personalità illustri,

oppiti di Torino, chiedevano al De Reiset di essere

presentati all'autore de

Le mie Prigioni.

Il signor

I lis de Butcval ottenne anche un suo autografo;

questo

m

componevi dei seguenti versi in lingua ita­

liana :

Il contento rum del core?

Ama. tollera, perdona,

V,ola mente a virtù sprona,

l

ersa balsamo al dolor.

Accompagna alla prudenza,

l a schiettezza del Vangelo:

Spargi il ben con fermo zelo

Senza audacia nè timor.

- . ..

.....

Silvio Pellico

7

febbraio iH'il

Il

5 ottobre 18^1 la celebre attrice tragica fran

cese Klisa Rachel iniziò a Torino un suo giro arti

stico in Italia. Per l'occasione era stato a]>erto il Tea

tro Regio. La Rachel si presentò nella

Fedra.

A To­

rino però l'arte della grande attrice non venne molto

apprezzata, nè ella riuscì ad accattivarsi la simpatia

dei pubblico: forse perchè i torinesi avevano avuto

notizia della insofferenza accompagnata da qualche

sgarbatezza, che la Rachel aveva manifestata a Pa

rigi nei riguardi della nostra grande Adelaide Ri

stori. Fatto sta che dopo la terza rappresentazione-

la sala del teatro presentava dei larghi vuoti... Qui

il De Reiset

peccando forse di eccessivo

chauvi-

msme

accusò il pubblico torinese di non sapersi

entusiasmare per le ballerine; giudizio alquanto ar

bitrario perchè già allora era risaputo che il pubblico

torinese era considerato fra i più intelligenti e com

pc-tenti in materia di teatro drammatico. A dar co­

lore al suo ingiusto apprezzamento il IX* Reiset

narra che un suo domestico

certo (avallerò

incaricato di portare un biglietto alla Rachel, escla­

masse: • Ah! la famosa ballerini»! . K jvùchè il

IX Reisit s'era mesvi a ridere, il domestico volendo

correggersi disse: • \olevo dire la cantante!

Quando al De Reiset pervenne la notizia della

sua promozione a primo segretario dell'Ambasciata

di Pietroburgo egli non ne fu affatto lieto. • Mi ero

affezionato a Torino, egli scrive, durante i quattro

anni di un soggiorno in cui ero st ito spett itore di

avvenimenti così imoort inti e così drammatici, cui

i

traendo anche eccellenti amicizie. Avrei preferito

rimanere, e per un istante pensai di rifiutare il mio

\ll posti» •.

Certo non poteva dispiacere al De Reiset di vivere

a Torino. Dopo la bufera 1848 I8*W un elima sereno

d'attesa alitava sulla capitale subalpina, ittcsa che si

compendiava in un nome: Italia! Qualche cosa di

nuovo aleggiava nell'atmosfera. Una grande fiducia

era nei torinesi, in tutti era la convinzione che a non

lontana scadenza si sarebbero avuti avvenimenti die­

si pronosticavano favorevoli alla causa dcM'unità. Ma

come? Ma quandor Tutta TKuropa gua.dava a To­

rino; a Torino si volgevano le speranze di tutti gli

italiani. Torino è una nuova creatura storica... To­

rino è una piccola grande capitale. La vita che vi si

trascorre è variata; non è più la Torino di Vittorio

Emanuele I nè di Carlo Felice; non vi è più mono­

tonia: balli e ricevimenti a Corte, feste* nei palazzi

aviti dell'aristocrazia. la città si affolla di forestieri,

è una piccola Parigi; una nuova animazione invade

i suoi celebri caffè ed i suoi non meno rinomati risto

ranti. La popolazione accoglie i forestieri, i profughi

politici delle altre parti d'Italia, con accentuata cor

tesia. con garlxi significativo...

Torino ha l’orizzonte acceso di bagliori di nuove

speranze; come in certi rossi tramonti d'estate che

annunciano giorni sereni. E' veramente l

'ora di To­

rino,

quella che il Cozzano evocherà poeticamente,

sessantanni più tardi, nei versi famosi:

l)a Palazzo Madama al Valentimi

ardono l'Alpi tra le nubi accese..

E' questa l'ora

antica

torinese

è questa l ’ora

vera

di Tonno;

L'ora ch'io di<si del Risorgimento...

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