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Una dolce specialità subalpina

IL PANETTONE D I P I N E R 0 L 0

d I

Pinerolo ha notoriamente come emblema il pino

che campeggia nel suo turrito stemma ed è il simbolo

della conifera che orna i suoi parchi e giardini e am­

manta le circostanti colline e le retrostanti montagne.

Però se si continua di questo passo, la graziosa cit­

tadina nella quale dal 1205 al 1418 ebbero stanza i

Prìncipi d'Acaia che ne fecero la capitale della regione

t che Edmondo De Amicis chiamò « La Nizza del

Piemonte » per il suo saluberrimo clima, anziché la

città del pino si potrà chiamare la città del panet­

tone, tali e tanti ne escono quotidianamente dai mo­

derni stabilimenti specializzati o dai forni del buon

tempo antico.

Chi passa in certe strade subalpine, specie nei

mesi invernali, sente il senso dell’olfatto solleticato da

un gradevole odorino che lo accompagna a lungo e

gli fa venire l'acquolina in bocca: è l’inconfondibile

odor di panettone.

Di panettoni se ne confezionano in molteplici lo­

calità della nostra Patria nella quale si produce anche

tutta una gamma di vini che ne propiziano la degu­

stazione, ma il panettone pinerolese ha caratteristiche

di sapore, di sofficità, di estetica e di conservabilità

che lo fanno apprezzare da tutti e preferire dai buon­

gustai. La produzione di questo dolce è in continuo

aumento e viene anche largamente esportato.

Un giorno non tanto lontano il panettone era il

tradizionale dolce natalizio che soleva rallegrare i

deschi familiari e le riunioni della massima festa della

Cristianità e. in via d ’abbondanza, anche quella di

Capo d'Anno. dato d ie alla successiva festa dell’Epi-

fania appariva già sui deschi la torta o focaccia che

dir si voglia.

Non v'erano fabbriche di panettoni poiché, tra ­

scorse le feste di fine d anno, non si parlava più di

panettoni fino all'anno successivo. Quelli natalizi erano

confezionati, a seconda delle richieste o del prevedi­

bile e non eccessivo consumo, dai confettieri, dai p a ­

sticceri e magari dai panettieri.

Per cause molteplici, fra cui il miglioramento del

tenore di vita delle classi lavoratrici, col trascorrere

del tempo, e fatta eccezione dei periodi bellici, il con­

sumo di panettoni andò sempre più ampliandosi e

generalizzandosi ed attualmente tu tte le occasioni sono

buone per degustarlo: onomastici, compleanni, nozze,

battesimi, arrivi, partenze, riunioni amichevoli e fami­

liari. ecc. Si sono naturalmente moltiplicati i laboratori

per la confezione di questo dolce, che viene partico­

larmente consumato nell'Alta Italia ed è gradito da

tutti. Negli stabilimenti moderni la lavorazione è effet­

tuata col sistema a catena mentre ha ancora carattere

casalingo nei più modesti laboratori preesistenti nella

città subalpina.

Gli elementi essenziali che costituiscono il preli­

bato panettone pinerolese sono: fior di farina, zuc­

chero. burro, tuorli d'uova freschissime, frutta can­

dita. uva sultanina e crema di nocciole. Questi ingre­

dienti. sapientemente dosati e cotti a puntino, danno

un prodotto sempre costante e di lunga conservazione.

Le dosature e le manipolazioni successive sono però

tenute segrete.

Ciò che fra l’altro contraddistingue il panettone

pinerolese in genere é la croccante crosta che viene

fatta coagulate nella parte superiore e d ie ha un gusto

ed un aroma diffidbnente imitabili.

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